Alzano Lombardo, l’incanto dei cieli di Facchinetti e le sagrestie del Fantoni. Via alle Settimane della Cultura

Una grande festa di Cultura, per inaugurare un mese ricco di iniziative. Il ritorno delle Settimane della Cultura è stato salutato nella serata di venerdì nella monumentale basilica di Alzano Lombardo, alla presenza di numerosi rappresentanti delle comunità cristiane che durante questo mese saranno protagoniste di proposte culturali dedicate al tema della pace.

“La bellezza di questa iniziativa sperimentata per la prima volta l’anno scorso sta nel mettere al centro la creatività delle comunità, valorizzando l’azione di tanti gruppi e realtà del territorio, unite in una grande festa”, ha esordito Sabrina Penteriani, delegata vescovile per la Cultura e la Comunicazione, che ha sottolineato come le iniziative in calendario siano “azioni generative che esprimono il carattere particolare di ognuno: arte, cinema, teatro e tutti gli linguaggi della cultura sono come scintille capaci di illuminare la vita di persone e comunità”.

Ha ricordato infine come il titolo delle Settimane, “Pace a Voi. Per una Cultura che unisce”, costituisca una dichiarazione di intenti: “Parlare di pace non è buonismo, ma realismo: la cultura trasmette alla società un clima di dialogo”.

Il parroco di Alzano don Filippo Tomaselli, esprimendo riconoscenza per la scelta della Diocesi di aprire qui l’iniziativa, ha sottolineato come il patrimonio culturale e artistico del passato “continui ad essere significativo per l’uomo di oggi”.

Il direttore dell’Ufficio Beni culturali don Davide Rota Conti ha ripercorso i tratti essenziali della seconda edizione delle Settimane della Cultura. “Nasce dal desiderio di non disperdere quel processo molto fecondo innescato l’anno scorso: i 200 eventi in una settimana nel 2023 non potevano rimanere un fuoco d’artificio, la Chiesa deve continuare a interrogarsi e interrogare”. A differenza dell’iniziativa del 2023, tuttavia, le Settimane di quest’anno si presentano con una durata dilatata nel tempo (quattro settimane al posto di una sola, così da consentire anche a chi organizza iniziative di prendere parte ad altre proposte), con un tema unico e con un legame ancora più forte con il territorio, per essere “lievito per alimentare e rigenerare la pace”.

Le iniziative di quest’anno sono circa 120 e spaziano tra ambiti molto diversi, dai laboratori di filosofia per bambini agli incontri e dibattiti, fino a concerti e mostre. Tra gli elementi forti che li unisce c’è un forte coinvolgimento di bambini e ragazzi, anche grazie all’impegno di alcune scuole.

Particolare attenzione è stata data, durante la serata inaugurale, al progetto “Immaginare la pace”, che nelle sue diverse sezioni porta opere di artisti contemporanei in tutte le Cet della Diocesi, mettendole in dialogo con l’arte antica e le comunità.

La prima sezione, “Ingresso libero”, è stata presentata da don Giuliano Zanchi, direttore scientifico della fondazione Bernareggi e da Giovanna Brambilla, storica dell’arte, che ha approfondito l’installazione di Paolo Facchinetti ad Alzano, articolata in tre stazioni, dal titolo “Distese una nuvola a proteggerli”.

“Il titolo dell’iniziativa – ha detto don Zanchi – esprime quello che avviene in tutte le nostre chiese, dove nessuno chiede il biglietto o la carta d’identità. L’arte contemporanea fa la stessa cosa: a differenza di quella antica racconta e descrive meno ma tocca di più, fa pensare più in profondità”.

Otto le installazioni di questo tipo, tra cui quelle di Cieli e Lenzuoli di Paolo Facchinetti esposti tra basilica, sagrestia e museo di Alzano.

Altre quattro parrocchie ospitano invece un dialogo tra un artista antico e uno contemporaneo, mentre altre quattro ancora sono state protagoniste di un processo di arte partecipata: Paolo Baraldi a Trescore ha costruito con i ragazzi dei manifesti per promuovere la pace, Clara Luiselli a Paderno dei murales, Giulio Locatelli a Zogno, insieme a giovani e adulti, un’opera d’arte tessile; Valerio Ambiveri, con i giovani di Azzano, un video che costituisce la traccia di una ricerca performativa di gruppo.

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