Diario di Ramadan attraverso i ricordi: “Quanti bei momenti passati con la mia famiglia”

In occasione della fine del Ramadan e della festività dell’Eid al-Fitr pubblichiamo oggi un “Diario di Ramadan” realizzato per noi da Anam Malik, in collaborazione con l’Ufficio diocesano per il dialogo interreligioso di Bergamo: un approfondimento culturale a sostegno della conoscenza reciproca e del dialogo. 

Da piccola, l’arrivo del mese di Ramadan era per me fonte di un’attesa carica di emozione e anticipazione, quasi come se stesse per iniziare una lunga festa. Ricordo la frenesia che pervadeva la casa nei giorni precedenti, con mia madre impegnata nei preparativi culinari. C’era qualcosa di magico nell’aria, un senso di appartenenza e di gioia condivisa che solo il Ramadan sapeva portare. Aspettavo con ansia le serate in famiglia per l’Iftar, dove i sapori semplici del cibo acquistavano un gusto straordinario dopo le lunghe ore di digiuno. Ramadan mi faceva sentire parte di qualcosa di grande, un ciclo di tradizioni che si rinnovava ogni anno e che mi insegnava il valore della pazienza, della condivisione e della gratitudine.

Il mio primo vero Ramadan lo ricordo come se fosse ieri. Avevo dieci anni, ero determinata a digiunare come gli adulti, nonostante la mia famiglia insistesse che ero ancora troppo piccola. La mattina mi svegliavo per il Suhoor, ancora assonnata, mi univo ai miei genitori a tavola. Il pasto sembrava un piccolo banchetto nel cuore della notte.

A scuola, i miei compagni erano sempre curiosi, era qualcosa di insolito per loro, come era possibile che non mangiavo tutto il giorno mi chiedevano, e questa diventava l’apertura per condividere la bellezza e il significato di questi giorni.

Il momento dell’iftar era l’apice di ogni giornata. L’attesa del tramonto, il conteggio dei minuti, e poi finalmente l’ora di rompere il digiuno, un momento di gioia e gratitudine che compensava ogni sacrificio del giorno. Dopo l’iftar, mi univo ai miei per la preghiera del Maghrib, non capivo completamente il significato, ma ero affascinata dalla recitazione del Corano e dalle voci che si alzavano insieme.

Oggi quando guardo indietro a quei ricordi, mi rendo conto di tutti quei bei momenti passati insieme alla famiglia durante il Ramadan. Un mese che porta pace e serenità.

Anam Malik

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