Monterosso: vivere in oratorio per stare sulle grandi domande

Dalla condivisione del dentifricio all’aiuto nei compiti fino ai momenti di riflessione più profonda: le domande più significative, spesso, nascono dalle azioni più concrete e dalla condivisione di un tempo che ti sprona ad uscire dalla comfort zone. Nell’oratorio di Monterosso, la vita comune è diventato un passo fondamentale dei cammini pensati per gli adolescenti, tanto che ogni annata ha una settimana dedicata a questa esperienza.

L’ultima proposta ha coinvolto i ragazzi di seconda superiore, ma ha già raggiunto tantissimi adolescenti di Monterosso guidati tutti dal filo rosso della cura. Una volta entrati in oratorio con i loro bagagli, i ragazzi vivono insieme per una settimana aggiungendo alla loro quotidianità tutta la dinamica della condivisione.

“La vita comune è un’azione di cura sotto diversi aspetti -racconta Francesco Valenari, educatore dell’oratorio di Monterosso-. Dalla sua preparazione alla sua attuazione, il pensiero è fisso sui destinatari che vengono accompagnati in un pezzo della loro crescita”. Questa esperienza, infatti, viene pensata e realizzata grazie all’impegno di alcuni giovani che, nelle vesti di educatori, si mettono al servizio dei loro adolescenti.

A porre l’accento sulla dimensione della cura, però, non è solo la condivisione di tempi e spazi, ma sono anche dei gesti pensati ad hoc per scendere in profondità. “Il clima che si crea in questi contesti aiuta gli adolescenti ad aprirsi e a riflettere prendendosi cura di sé, degli altri e anche un po’ del futuro. Condividendo ogni momento della giornata si riesce ad aver più fiducia nel prossimo. Passiamo dal condividere il dentifricio -dice Francesco scherzando, ma sottolineando il potenziale della vita comune – al confronto durante le attività serali. I gesti più quotidiani contribuiscono a far nascere le domande più profonde”.

La spinta ad allenare il pensiero è anche data dall’impegno che gli adolescenti di Monterosso ricevono ogni mattina dal don e dai loro educatori. Dopo la colazione e la preghiera, a tutti viene affidata una parola su cui porre l’attenzione nell’arco della giornata. “Può essere un impegno come controllare l’utilizzo del telefono -spiega Francesco- oppure una provocazione a cui mettere testa. Alla fine della giornata, ci ritroviamo per rileggere quanto siamo riusciti a far caso alle dinamiche suggerite e cosa ci ha colpito in modo particolare. L’intento di ogni riflessione, azione e condivisione è uscire dalla propria bolla”.

Questa esperienza non solo si inserisce in un percorso di crescita, ma in una storia di comunità come racconta Francesco. “All’oratorio di Monterosso la vita comune è diventata una tradizione. Si è guadagnata questo “titolo”, diciamo, per la sua efficacia. Sono stato anch’io un adolescente che ha vissuto sulla propria pelle questa esperienza e spero di donare a mia volta ciò che ho ricevuto. La vita comune ti aiuta ad aprire gli occhi, a immergiti in prospettive diverse dalle tue e accorgerti che non sei solo. In oratorio troverai sempre qualcuno pronto a chiacchierare con te su una panchina o a stare con te sulle grandi domande”.

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