Settimane della cultura, il ritorno del polittico di Foppa in Santa Maria delle Grazie

Arte, poesia e musica. Tre elementi collegati dalla stessa tematica: la pace. Una pace che oggi sembra lontana da raggiungere in diversi paesi dilaniati dalla guerra, ma anche per noi è un obiettivo paradossalmente difficile da perseguire.

Dato il momento storico che stiamo vivendo, con continue minacce di conflitti e tragedie, in un mondo dove sembra quasi che i potenti non pensino alle conseguenze che possano derivare da queste ostilità, avvertiamo un estremo bisogno di pace, con l’auspicio che essa sia frutto di equilibrio e coesistenza tra le persone, non la conseguenza di atti di sopraffazione, perché, come afferma anche papa Francesco, la guerra non è mai una soluzione.

Per usare le parole di Virginio Zambelli, direttore artistico del Teatro delle Grazie e del Teatro R.A.S.E. (Ricerca Artistica Sull’Emotività), la pace non dovrebbe infatti “nascere da un conflitto, ma dovrebbe essere qualcosa a sé stante, essendo la condizione principale dell’essere umano.”   

Da questa riflessione è nato il desiderio di dedicare un pomeriggio alla lettura di testi poetici legati proprio a questa tematica. L’appuntamento è fissato per sabato 4 maggio, alle 16, nella Parrocchia di Santa Maria Immacolata delle Grazie dove, preceduta da una breve presentazione ad opera di Zambelli, si terrà una lettura di poesie di autori pacifisti, tra cui il Mahatma Gandhi, Madre Teresa di Calcutta, Jacques Prévert, Bertolt Brecht e molti altri. 

L’evento si concluderà con il componimento di una ragazza israeliana di dodici anni. 

La lettura, a cura di Zambelli e Katia Cassella, sarà intercalata da intermezzi musicali eseguiti all’organo da Cristina Cassia. 

L’evento è organizzato dal Centro Culturale alle Grazie in collaborazione con il teatro R.A.S.E.

Sempre nella chiesa delle Grazie è prevista, sabato 13 aprile alle ore 16, l’inaugurazione del “Polittico delle Grazie” di Vincenzo Foppa. 

Interverranno alla presentazione dell’opera Olga Piccolo, storica dell’arte che ha condotto la ricerca, un rappresentante dell’Accademia di Brera e uno dell’Accademia Carrara. 

Il progetto, finanziato dalla Fondazione della Comunità Bergamasca con il contributo di benefattori privati, intende mostrare e raccontare la ricostruzione del dipinto nella sua forma originale che, dal 1500 al 1810, ha ornato l’altare maggiore della chiesa fino a quando, a seguito della requisizione napoleonica, l’anno seguente, non è stato smontato, privato della carpenteria lignea che divideva le singole porzioni dipinte e portato a Brera (Milano).

Diversi sono stati i tentativi, con esito negativo, per riportare il polittico nella sua sede iniziale. 

In cambio, però, l’Accademia ha destinato alla chiesa un’opera di Palma il Giovane, “la Trinità con Cristo morto in gloria”, che oggi si trova nei depositi dell’Accademia Carrara di Bergamo.

Il lavoro di ricostruzione ha reso necessario l’utilizzo di fotografie digitali ad alta risoluzione in scala 1:1 di tutti i pannelli conservati a Brera e ridisegnare la cornice originaria attraverso la tecnica del trompe-l’œil.

Vedremo, dunque, il polittico nel suo insieme, in una visione completamente nuova rispetto a quella che si può vedere all’Accademia di Brera.

L’opera verrà collocata nella cappella laterale, dove già si trovano gli affreschi quattrocenteschi dell’antica chiesa fondata da San Bernardino, e resterà in quel luogo per tutto il tempo dell’esposizione. 

Dalla data dell’inaugurazione seguiranno, poi, ogni sabato delle visite guidate ad opera del museo Bernareggi fino alla chiusura delle settimane della Cultura (4 maggio). 

L’intenzione, però, è quella di prolungare l’esposizione fino alla festa di San Bernardino da Siena il 20 maggio, il quale, oltre ad essere uno dei santi raffigurati nell’opera, è anche colui che ha fondato la chiesa stessa.

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *