Oratorio Calolzio: prendersi del tempo per rileggere il cammino

Lungo il cammino si condividono passi, emozioni, avventure, esperienze, ma nel tragitto è fondamentale anche prendersi una pausa per tirare il fiato e rileggere quanto vissuto.

L’oratorio di Calolzio, insieme a quelli di Pascolo e Vercurago, ha proposto proprio questo ai suoi educatori: una giornata per prendersi cura di loro stessi e per rileggere i passi fatti al servizio della comunità e degli adolescenti.

Al termine del percorso fatto con gli adolescenti hanno riletto non solo le tappe realizzate, ma anche tutto il vissuto personale e comunitario di cui sono state intrise.

Domenica scorsa, presso l’abbazia di Fontanella, gli educatori degli adolescenti si sono presi una giornata per loro: una novità accolta con entusiasmo. “Quando abbiamo proposto questa tappa di riflessione ai nostri educatori- spiega don Matteo Cortinovis, diacono in servizio presso la parrocchia di Calolzio- l’hanno accolta subito molto bene. Sentivano il bisogno di prendersi del tempo per loro così abbiamo proposto una giornata di informalità e riflessione”. Nel pensare a questo tempo per gli educatori è stato coinvolto anche don Andrea Pirletti, parroco di Pascolo e Vercurago, insieme ai suoi giovani.

Tutta l’attività è stata incentrata sul Vangelo dei discepoli di Emmaus andando a riprendere gli spunti emersi durante la vita comune vissuta all’oratorio di Calolzio. Nel Triduo, gli adolescenti, guidati dai loro educatori, si erano soffermati sul versetto “Lo riconobbero” e la stessa attenzione è stata ripresa in questa tappa di rilettura.

“Le domande che hanno scandito la giornata erano due: “Dove stiamo andando?” ed “È più importante il cammino o la meta?”. Come ai discepoli di Emmaus, anche a noi capita di sentirci smarriti. Abbiamo riletto questo senso di smarrimento affidandolo al Vangelo e facendo un passo in più. Siamo andati oltre chiedendoci quale valore diamo ai passi del nostro cammino e quali mete abbiano segnato il nostro vissuto”.

Gli educatori dell’oratorio di Calolzio si sono lasciati guidare da un tappeto di sughero, cinque spilli e un filo di lana. Attraverso di essi, hanno ricostruito il loro vissuto personale affidando un evento importante della propria vita ad ogni spillo che sarebbe diventato poi un punto di appoggio e di passaggio del filo rosso, rappresentativo del proprio andare.

A riprendere il tema del cammino, anche in vista dell’estate, è stato don Attilio Bianchi, rettore dell’abbazia di Fontanella. “Le sue parole ci hanno aiutato a figurare i prossimi passi -prosegue don Matteo-. Spesso ci immaginiamo il viavai come qualcosa di confusionario, ma, in realtà, è proprio lì che facciamo esperienza di incontri, di doni e di vita”. La stessa vita di cui si sono presi cura gli educatori dell’oratorio di Calolzio sia lungo il cammino svolto quest’anno che in questa pausa.

“Prendersi del tempo aiuta a dare un senso più profondo al proprio servizio -conclude don Matteo-. Dopo questa pausa, siamo pronti per una nuova tappa da condividere: il Cre. Il nostro sguardo, però, tiene conto di un orizzonte ampio, in cui giocheremo il nostro essere in ogni passo del cammino e del nostro servizio”.

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