Non conta solo il successo. Suor Chiara: “Impariamo a guardare noi stessi con gli occhi di Dio”

Buongiorno suor Chiara,
Nei giorni scorsi il Papa ha detto che “il nostro valore non dipende dal successo ma dalla bellezza agli occhi di Dio”. Mi ha confortato perché a me pare di non avere avuto successo nella vita, di non aver realizzato nessuno dei sogni che avevo nel cuore, per tanti motivi. È difficile a volte scrollarsi di dosso il senso di fallimento, anche se avendo fede mi rendo conto che questo potrebbe essere anche considerato un peccato. Come si fa a scrollarsi di dosso la sensazione di non essere mai abbastanza, né in famiglia né sul lavoro? Le chiedo gentilmente un consiglio, grazie di cuore.
Marco

Comprendo, caro Marco, ma nella vita non sempre gli eventi vanno secondo i nostri sogni. Accade sempre qualcosa che “non torna”… È necessario, però, imparare a guardare anche ai nostri sogni infranti e a quelli che tu chiami “fallimenti” come a momenti di crescita, come a “pagine sacre”. Anche nella Bibbia, che noi chiamiamo Parola di Dio, ci sono pagine piene di fallimenti!

A volte sentiamo la tentazione di valutare la nostra vita secondo il mito di Superman, secondo il quale un’esistenza è piena e positiva se è sempre vittoriosa. Ma, il mito di “Superman” non conduce in nessun luogo. Superman non esiste! La vita reale non è così secondo il mito di Superman! Per fortuna! 

Se valutiamo la nostra esistenza secondo le aspettative che guidano il principio di mercato, ci sentiremo sempre “mai abbastanza” – come dici tu – e saremo incapaci di riconoscere il molto bene che, molto probabilmente, già facciamo, anche in contesti reali di difficoltà e, magari, di non riuscita. Saremo anche impossibilitati a guardare la nostra vita come a qualcosa di bello e di grande scritto dal buon Dio proprio dentro quello che chiamiamo “fallimenti”. 

E allora, perché non proviamo a integrare tutti gli aspetti che ci caratterizzano, punti forza, complessità, fragilità comprese? 

L’alternativa è sentirci, inesorabilmente, sempre mancanti, scontenti e inadeguati.

Ma, “il nostro valore non dipende dal successo ma dalla bellezza agli occhi di Dio” (papa Francesco).

Strappare sempre o difendere a denti stretti l’imprimatur del successo e degli ottimi risultati per sentirci preziosi e degni di stima ci fa perennemente dipendenti dal giudizio degli altri. Noi, invece, siamo preziosi per ciò che siamo e non per ciò che facciamo o per come lo svolgiamo! Non intendo dire che non dobbiamo aspirare a un “di più”, a un “meglio”, ma senza assecondare quell’istinto diabolico che ci spinge a valutare noi stessi e i nostri fratelli esclusivamente sulla base di successi e di riuscite.

Questo mortifica e uccide la nostra umanità!

Chiedi a Dio la grazia di poter guardare te stesso e la tua esistenza con i suoi stessi occhi, come Lui la guarda. C’è un bellissimo passaggio nella preghiera ignaziana che invita l’orante a guardare se stesso come lo guarda Dio, con i suoi stessi occhi. Ti invito, perciò, a fare questa esperienza, perché tu possa liberarti da questo senso di inadeguatezza, dai sensi di colpa, di inferiorità, per crescere nella fiducia e nella stima di ciò che sei. E rendi grazie a Dio per ciò che sei e ricorda: “Egli ti ha fatto proprio come un prodigio” (cfr. Salmo 139).

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