A-Dio don Tarcisio, amico del Signore

La notizia mi giunge la domenica mattina presto, da un giovane di Telgate. È la domenica nella quale la relazione tra Gesù e i discepoli è esplicitata dalla stupenda immagine giovannea della vite e i tralci. È la “reciproca immanenza” che la fede richiede: noi in Lui, Lui in noi.

Ecco, io questa “reciproca immanenza” con il Signore l’ho vista concretizzarsi nella vita di don Tarcisio Cornolti, mio primo parroco a Telgate, dove sono stato destinato come curato dopo l’ordinazione.

La notizia della sua morte mi ha lacerato. Sapevo sarebbe accaduto, me lo aveva confidato imponendomi il silenzio, ma non ero pronto, come non lo si è mai quando si deve lasciar andare qualcuno che si ama.

Aveva voluto dirmi lui, in persona e a quattr’occhi, tre settimane fa, quanto non poteva dirmi con quei messaggi “WhatsApp” con i quali, da anni, ci sentivamo quasi ogni giorno e attraverso i quali questo prete-padre ha continuato a farmi sentire il suo sostegno, la sua vicinanza, la sua saggezza. Era pronto a incontrare il suo Signore, don Tarcisio.

Mi ha voluto bene come a un figlio. Per un prete novello il primo parroco che incontra è una figura decisiva…quanto poco ancora capiamo questo! A me il Signore e la Chiesa hanno fatto dono di un primo parroco così! Un padre attento, capace di cogliere ciò che si muoveva nel cuore del suo giovane curato, pronto a incitarne i buoni propositi e le iniziative, come a frenare gli slanci troppo arditi e le scelte troppo affrettate cui conducono facilmente la giovane età, l’inesperienza e l’entusiasmo di quegli anni. 

I ricordi sono tanti e, in questo momento, mi creano tanto dolore. Ma due di questi, uno risalente agli anni vissuti con lui, l’altro alla scorsa settimana, li condivido volentieri, perché si conosca la profondità umana di quest’uomo, spesso non capito a causa della sua riservatezza, ma un vero e proprio gigante di umanità e amore per il Signore.

I miei primi anni di ministero ero a Telgate, abitando a Grumello per l’esperienza della vita comune con don Angelo e don Fabio. Don Tarcisio fu felicissimo di quella esperienza che, tutti i giorni, si arricchiva della colazione e di un pasto con lui a Telgate, preparati dalla sorella Luigina, che è stata custode fedele del fratello per tutti i 60 anni della sua vita presbiterale.

È stata esperienza di casa, famiglia, fraternità presbiterale indimenticabile. Ora, l’altro ricordo. 

Nel primo anno insieme a Telgate, acquistai la “Bibbia Piemme”, opera importante per il commento ai testi biblici offerto da esegeti di altissimo livello. La mostrai a don Tarcisio. La tenne un giorno, poi mi disse: “Stupenda, mi piacerebbe averla!”.

Non esitati a ordinare una delle ultime copie rimaste e gliela regalai. Fu felice come un bambino. La scorsa settimana, siamo stati a trovarlo con don Lorenzo Bellini, prete novello dello scorso anno, nativo di Telgate e cresciuto con noi in quegli anni in parrocchia.

Ecco, quel giorno, don Tarcisio ha chiesto a Luigina di prendergli quella Bibbia e mi ha chiesto di scrivergli una dedica, che a suo tempo non gli avevo scritto. Poi, sotto la mia dedica a lui, ha scritto la sua a don Lorenzo, facendogli dono di quel testo da lui tanto amato. Non scorderò la sua commozione nel chiederci “Siete contenti tutti e due? Io lo sono!”. E nessuno potrà scordare quest’uomo, don Tarcisio Cornolti, prete, per 60 anni tralcio splendidamente innestato in quella vite che è il Signore. 

  1. Grazie Don Alberto. Don Tarcisio con la sua saggezza e tu con la tua esperienza mi avete commosso con le lacrime, tutto ciò per capire quanto Dio sia grande.grazie che Dio vi benedica.

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