Bergamo: porte aperte all’Accademia Musicale Santa Cecilia con «Il Carnevale degli Animali»

Una domenica speciale all’Accademia Musicale Santa Cecilia a Bergamo.
Per l’ultima data del ricco programma diocesano «Settimane della Cultura-Pace a Voi. Per una cultura che unisce», il 5 maggio l’Accademia Musicale, presso l’Auditorium dell’Opera S. Alessandro, aprirà le sue porte, nel segno della musica, ad una delle sue prove.

«Sarà una festa della condivisione didattica perché vedrà la co-partecipazione di alunni e insegnanti con tante sorprese», introduce il M° Matteo Corio, coordinatore didattico Accademia Santa Cecilia.

«Un pomeriggio dunque, dalle 15,30 alle 18,30, dove parteciperanno le classi di strumento di pianoforte, di chitarra, di violino, di clarinetto e di flauto traverso, formando un gruppo eterogeneo di quindici allievi di età compresa tra i 10 e i 25 anni, di un certo livello», descrive il coordinatore didattico M° Corio.

«La gente quindi avrà l’opportunità di scoprire cosa stiamo facendo per mettere in scena l’opera, come se fosse in un laboratorio e vedesse dal vivo quello che si fa dietro le quinte; contemporaneamente, se interessati, si potranno visitare i locali dell’accademia con l’accompagnamento di un docente, scoprendo l’offerta didattico-musicale», spiega il coordinatore didattico M° Corio.

«Come le altre prove, anche questa che apriremo al pubblico, preparerà gli allievi allo spettacolo di fine anno che si terrà domenica 26 maggio, alle 17, sempre nell’auditorium in cui sarà coinvolto il coro di voci bianche, anch’esso composto da quindici giovani», sottolinea il coordinatore didattico M° Corio.

«Tutti gli anni, a fine anno accademico, organizziamo qualcosa di differente dai soliti saggi; quest’anno abbiamo pensato di eseguire l’opera Il Carnevale degli Animali Camille Saint Saëns; don Gilberto Sessantini è molto contento», afferma il il coordinatore didattico Corio.

Aggiunge ancora: «Le parti date agli allievi vengono distribuite a ottobre per iniziare a provare individualmente con il docente; poi, a inizio marzo, a piccoli gruppi ci sono le prove con l’orchestra: è un percorso annuale a tutti gli effetti».

«Io ogni anno cerco di trovare – conclude il coordinatore didattico Corio – un’opera da adattare alle diverse competenze e in base alle facilità degli allievi; questa è un’opera che mi piace perché è molto divertente perché è dedicata agli animali e ogni brano ne mette al centro uno differente, come i canguri, le tartarughe, i leoni».

Il Carnevale degli Animali è la composizione più popolare di Camille Saint Saëns. Scritta nel 1886 ed eseguita in pubblico nel 1922, post mortem del compositore, è un’opera ancora oggi molto utilizzata nell’insegnamento della musica per la brillantezza della scrittura, piena di verve e di humor e per la singolarità dei soggetti quali gli animali rappresentati come un’ironica carrellata di personaggi dell’ambiente musicale parigino dell’epoca.

Il Carnevale degli Animali ha al suo interno quattordici pezzi che compongono questa “fantasia zoologica” in cui Camille Saint Saëns sfrutta un organico molto duttile che comprende flauto, ottavino, clarinetto, due pianoforti, archi, uno xilofono e un’armonica a vetro. Il primo brano è Introduzione e Marcia reale del leone che si presenta con un ritmo di marcia scandito da due pianoforti. Lo starnazzare di Galli e galline è affidato alle acciaccature e nelle note ribattute di pianoforti, violini, viola e clarinetto mentre gli Emioni, ovvero i cavalli selvatici che galoppano nelle praterie asiatiche, sono eseguiti da due pianoforti.

Per rappresentare le Tartarughe, Saint Saëns usa il celebre tema del Can Can di Jacques Offenbach, rallentandolo in modo grottesco. L’Elefante è incarnato dal contrabbasso che si esibisce in un goffo valzer accompagnato dal pianoforte. Sempre due pianoforti si alternano negli accordi staccati e saltellanti dei Canguri e poi si sciolgono nei fluidi arpeggi dell’Acquarium sui si dipana una dolce melodia. Due violini si alternano, invece, nel pezzo Personaggi dalle orecchie lunghe per imitare il raglio degli asini, uguale al chiacchiericcio dei critici saccenti. Poi è il momento dei volatili dove il clarinetto imita il cucù nel bosco, accompagnato dagli accordi dei due pianoforti; mentre una melodia velocissima del flauto, accompagnata dai trilli dei pianoforti e dai tremoli degli archi, crea l’atmosfera aerea e frenetica di una Voliera.

I Fossili sono richiamati dal suono secco dello xilofono e sono un’altra incarnazione “preistorica” dei critici musicali incapaci di capire l’evoluzione della musica dell’epoca. Nel suo zoo Saint Saëns inserisce i Pianisti che è una parodia dei principianti costretti a passare lunghe ore in noiosissimi esercizi tecnici, passando attraverso tutte le tonalità e gli esecutori “devono imitare il modo di suonare di un principante e la goffaggine”, andando quindi spesso fuori tempo, suonando lentamente le parti difficili e correndo nei passaggi facili. A chiudere, il canto del Cigno intonato dal violoncello e accompagnato dagli arpeggi dei due pianoforti: una sottile parodia che prepara la passerella del Finale suonata dall’ottavino e dal clarinetto, passando in rassegna musicale gli animali come in un circo.

L’ingresso sia alla prova del 5 e allo spettacolo di fine anno del 26 maggio sarà presso l’Auditorium dell’Opera S. Alessandro, in via Garibaldi 3h e sarà libero e gratuito fino a esaurimento posti. Per informazioni, è possibile contattare M° Matteo Corio, coordinatore didattico Accademia Musicale Santa Cecilia, con mail matteocorio@didatticaosa.it e telefono 0353886068.