Mostre, laboratori, installazioni. L’arte è stata la grande protagonista delle Settimane della Cultura promosse dall’Ufficio per la pastorale della Cultura e dagli Istituti culturali della diocesi di Bergamo.
In collaborazione con Fondazione Bernareggi è stato ideato il progetto «Immaginare la pace – 15 artisti in 15 chiese», con la sezione “Ingresso libero” a cura di Giovanna Brambilla e Giuliano Zanchi. Per la sezione «Segni di comunità – Piccole esperienze d’arte partecipata» a Zogno, nella chiesa di San Lorenzo Martire, è esposto il progetto «Flying Carpet» (1,5 x 3 m, tessitura mista) realizzato dall’artista Giulio Locatelli con un gruppo di parrocchiani.
Spiega l’artista: «Nel cuore di Zogno, tranquillo borgo incastonato tra le vette delle montagne, una comunità si è unita per tessere non solo fili di lana, ma anche legami di comprensione e armonia.
È nata così un’opera d’arte partecipata, un tappeto magico che porta con sé i riflessi dell’anima di ogni partecipante, intrecciati come fili sulla tela di un telaio. Tutto ha avuto inizio con un’idea semplice, ma di impatto: creare un tappeto partecipato che incarnasse il concetto di pace. Per tre incontri laboratoriali, i cittadini di Zogno si sono riuniti, guidati da un desiderio comune, esplorare sé stessi e le proprie relazioni con gli altri.
Una trama di introspezione e dialogo
Nei primi incontri, le parole sono state come fili sottili, tessendo una trama di introspezione e dialogo aperto. Ogni individuo ha condiviso il proprio punto di vista, i propri sogni e le proprie speranze per un mondo più pacifico. Le storie si sono intrecciate, rivelando una ricchezza di esperienze e prospettive, ma anche una profonda unità nel desiderio di pace e comprensione reciproca».
«Con il passare del tempo – sottolinea Locatelli –, i fili delle conversazioni si sono trasformati in fili di lana colorata, pronti ad essere intrecciati nella trama e ordito del tappeto. Ogni colore rappresenta una voce, un’esperienza, una speranza. Sono stati utilizzati i toni caldi del rosso e dell’arancione per simboleggiare la passione e la determinazione, ed i toni freddi del blu e del verde per evocare la tranquillità e la serenità.
Ogni nodo è un segno di connessione della comunità
Nel terzo e ultimo incontro, la comunità di Zogno si è riunita attorno al telaio, ognuno con un filo nelle mani e nel cuore; con pazienza e dedizione, ha intrecciato i propri fili, creando un disegno unico. Ogni nodo era un momento di connessione, un simbolo tangibile della forza della comunità quando lavora insieme verso un obiettivo comune.
Una meraviglia di colori e forme, ma anche di significati e sentimenti intrecciati caratterizza “Flying Carpet”, un monumento alla pace, alla comprensione e alla bellezza della diversità umana. Ogni volta che qualcuno posa lo sguardo su Flying Carpet, avverte il calore e la forza della comunità di Zogno, testimonianza vivente del potere trasformativo dell’arte partecipata».
Giulio Locatelli, giovane artista nato a Bergamo nel 1993, dopo aver conseguito il diploma al liceo scientifico, nel 2015 si laurea al primo livello della scuola di pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera.
Nel 2017 conclude il biennio specialistico in Arti Visive nella medesima Accademia. È interessato al mondo del tessile, con particolare attenzione al filo: strumento sia d’analisi che di realizzazione delle idee della mente che altrimenti «prenderebbero freddo». Ha realizzato diverse mostre personali e collettive e partecipato come finalista a diversi premi e residenze artistiche.