Spirito olimpico

Da domani 7 febbraio, con la cerimonia d’apertura, cominciano ufficialmente a Sochi (Russia) i XXII Giochi olimpici invernali della storia. Un evento grandioso per numero di nazioni in gara (88, record assoluto) e atleti coinvolti (circa 3000). Inutile nascondere, poi, che la scelta della località russa è stata fonte anche di polemiche politiche, visto l’atteggiamento repressivo del presidente Putin – che ha caldamente sostenuto la candidatura – nei confronti di omosessuali e oppositori. Per questo, all’accensione della fiaccola non hanno voluto partecipare alcuni tra i più importanti leader mondali: tra questi, il presidente degli USA, Barack Obama, e la cancelliera tedesca Angela Merkel.
Fin qui la fredda cronaca, che però non rende giustizia allo “spirito olimpico”, quella magica sensazione che si ripete ogni quattro anni, quando sportivi e semplici spettatori in tutto il mondo si incantano davanti alle gare di sport che magari non avevano mai sentito nominare.
Merito soprattutto degli atleti: quelli famosi e in cerca di medaglie (tra i quali speriamo di poter mettere anche qualche azzurro!), ma anche quelli che sono contenti solo di partecipare. Tra le tante storie, scegliamo di raccontarne tre che secondo noi simboleggiano perfettamente, al di là della retorica, l’essenza dei Giochi. Vanessa Mae ha 35 anni, è inglese ed è affermatissima nel suo campo: è una violinista (10 milioni di dischi venduti) e suona da tutta la vita. Aveva ancora un sogno da realizzare, però: andare alle Olimpiadi da atleta. Impossibile? No! La Mae, sfruttando la sua doppia nazionalità (il padre è thailandese), sarà al via dello slalom gigante dopo aver ottenuto i punti necessari all’iscrizione. Sarà la prima volta in assoluto che il Paese asiatico porta la propria bandiera alle Olimpiadi della neve.
Anche il Togo, piccolo Stato dell’Africa occidentale, è al suo esordio e nella piccola spedizione (due atlete) c’è anche un po’ di Italia: Alessia Dipol, 18enne veneta, gareggerà per i suoi colori in gigante e slalom. In più, avrà anche l’onore di essere la portabandiera nella cerimonia di chiusura. Sciatrice per passione e studentessa nella vita di tutti i giorni, Alessia ha preso la doppia cittadinanza dopo i contatti con la Federazione, fondata solo nel 2010. Non ha ancora visitato il Paese, ma promette di farlo presto, magari dopo l’avventura di Sochi.
E poi c’è il caso più “famoso”, che è addirittura diventato un film. Cool runnings – Quattro sotto zero, nel 1993, aveva raccontato la storia della nazionale di bob a 4 giamaicana, che si era qualificata per le Olimpiadi di Calgary 1988 stupendo il mondo. Ora il “miracolo” si è ripetuto e il Paese caraibico (certamente più famoso per i record dei suoi velocissimi sprinter, come Usain Bolt) sarà in pista con l’equipaggio del bob a 2.
Piccolo particolare: tutte le spese di viaggio e per l’equipaggiamento sono state coperte tramite crowdfunding, ovvero piccole donazioni attraverso un sito internet dedicato alla causa. Dopo l’appello degli atleti, infatti, in due settimane sono stati raccolti 115 mila dollari, più della somma richiesta (circa 80 mila dollari). Ci può essere migliore dimostrazione del significato dei cinque cerchi?