Politica e politici

Renzi sta passando un momento, diciamo così, difficile. Veramente non ha ancora avuto modo di conoscere momenti facili. E anzi: non ne ha avuto ancora il tempo.

Ma, a fare una sintesi delle impressioni dei commenti di questi giorni mi pare che si debba parlare di una notevole stranezza. Organi di informazione e giornalisti hanno sempre parlato malissimo di politica e di politici. Mica possono mettersi a parlarne bene adesso. E quindi devono parlare male anche di Renzi. Devono: talmente forte è il dovere di prendere le distanze che si devono prendere a prescindere. Anche perché, dietro i giornali, c’è un’opinione pubblica più arrabbiata dei giornali. E non solo i giornali devono assecondare le loro tradizioni critiche: bisogna criticare perché lo si è sempre fatto; i giornalisti hanno identificato i giornalisti con la “casta” e vi hanno costruito sopra le loro fortune. Ma anche: devono assecondare i loro lettori, che sono la loro ragion d’essere: bisogna dire quello che i lettori si aspettano che si dica.

A questo punto, il disincantato lettore si pone una domanda semplice semplice: esiste ancora un qualche rapporto fra quello che si dice e quello che avviene? Se ne parla perché è così o diventa così perché se ne parla? Che cosa avrebbe dovuto fare Renzi: andare avanti prudente, a piccoli passi? Ma allora andava benissimo Letta. Buttiamo per aria tutto? Ma allora affidiamo il governo a Grillo, che di sconquassi se ne intende.

Alla fine, chissà, se prima o poi potremo tornare, semplicemente, a parlare, a discutere di politica, prima di preoccuparci di aggredirla