Foto: il monastero di Mar Musa, Siria
Papa Francesco ha fatto un appello per Padre Paolo dell’Oglio. Padre dell’Oglio, come ormai tutti sanno, ha fondato, anzi rifondato, negli anni Ottanta, il monastero di Mar Musa, che si trova in Siria e le cui origini sembra risalgano al VI secolo. Padre Dall’Oglio è stato sequestrato, due anni fa, mentre era impegnato in difficili trattative per la liberazione di un gruppo di ostaggi. Non si sa se sia ancora vivo e, se è ancora vivo, non si sa dove sia finito.
RICORDI PERSONALI DI SEI ANNI FA
Ho avuto modo di incontrare Padre Paolo durante un viaggio in Siria, esattamente il 4 gennaio del 2009. Solo sei anni fa, ma sembra un’eternità, dopo tutto quello che è capitato in Siria e altrove. Mi aveva impressionato, allora, la sua posizione singolarmente aperta verso l’Islam. Paolo Dall’Oglio ha scritto un libro, pubblicato nel 2011 da Jaka Book, Innamorato dell’Islam, credente in Gesù. Che Padre Dall’Oro fosse innamorato dell’Islam lo si vedeva benissimo. Un po’ troppo innamorato, dal mio punto di vista. Ma certe punte che, per noi orientali per qualche ora, apparivano eccessive, erano però ampiamente giustificate per chi in quei luoghi viveva da decenni. E gli concedevamo tutto, anche quello che non capivamo.
Ora, a distanza di due anni e di fronte al buio che ancora regna sulla sua vicenda, si impone una considerazione, semplice e scoraggiante insieme.
LE ZONE DEL DIALOGO SONO OCCUPATE DAI DUELLANTI
Le figure mediatrici fra mondo occidentale e mondo islamico non sono sempre bene accette. Anzi. Il mondo occidentale le vede troppo orientali e il mondo islamico le vede comunque come estranee. Per un musulmano, infatti, un gesuita, per quanto aperto sia, resta sempre un infedele. Insomma le zone intermedie, quelle dell’accoglienza e del dialogo, sono sempre più frequentemente invase dai duellanti che provengono dalle due diverse sponde. L’Islam estremista, soprattutto, è specializzato nell’occupare quelle zone. Alla fine resta solo lo scontro.
NON SOLO IN MEDIO ORIENTE
Questo “dato” diventa significativo non solo nelle zone caldissime del Medio Oriente, dove Padre Dall’Oglio sta pagando – o ha pagato con la vita – il suo impegno, ma anche da noi. I dialoganti sono perdenti. Vincono i duellanti. Vincono Grillo e Salvini. Non si discute per risolvere i problemi. Si usano i problemi per rinfocolare lo scontro. Ci sarebbe da discutere se questa è una delle tante conseguenze della crisi. Se, cioè, avviene così perché si è in crisi, ossessionati come siamo da mancanza di lavoro, precarietà, incertezze per il futuro. Con la conseguenza, poi che, se avviene così perché si è in crisi, si è ancora più in crisi perché avviene così. E il circolo vizioso continua.