Il tempo dell’attesa: il mistero, l’emozione, la gioia di una nuova vita che nasce

Il momento dell’attesa è splendido. Non sai cosa succederà, non sai come andrà, non sai nulla. Aspetti, piano piano ti trasformi, speri, sogni. I nove mesi incinta sono un periodo della vita pazzesco per ogni donna, soprattutto al primo figlio. Un periodo che inizia così, guardando fisse due tacche che ti appaiono per magia sul test di gravidanza. Lì ti giochi già una bella dosa di emozioni forti. Un po’ te l’aspettavi, ma ora te lo stanno gridando in modo chiaro e univoco, diventerai mamma. E per la testa ti passano in un lampo mille pensieri, spesso tra loro contrastanti: “ma ne sarò davvero capace?!”, “sto facendo una follia…”, “è la cosa più bella della mia vita”, “e ora come farò col lavoro?”. Sorridi e ti guardi allo specchio. Cambierò, qui dentro si formerà una nuova vita, non sarò più la stessa. Non tanto fisicamente, quanto mentalmente. Non dovrò più pensare solo a me stessa, ci sarà qualcuno che verrà sempre prima di me nella scala delle mie priorità.

Poi arriva il fantastico momento della condivisione. Con la bella notizia da dare a tutti, gli abbracci, la gioia. E i primi, in genere odiati, consigli. “Mi raccomando riguardati, non pensarai mica di continuare a fare tutto quello che fai ora”, “Non vorrai mangiare quell’insalata senza prima averla lavata dieci volte con l’amuchina, vero?!”. In pratica, se li seguissi tutti, dovresti optare per nove mesi di terrore. Ma tu, tra te e te, lo sai che il buon senso vince su tutto. Il giusto equilibrio lo trovi, peccato solo che nel giro di pochi giorni ci si infilino le nausee. Durano solo i primi mesi, ti garantiscono. Già, poi tanto arriva altro. La pancia che cresce, la paura di non sentire il bambino muoversi. “Devo percepire come un frullo d’ali?! Ma io non lo sento!”. Panico, starà bene, starà crescendo, chissà. Per fortuna ci sono le ecografie. Fosse per te le faresti anche ogni mese, ti rassicurano, ti emozionano, ti consentono già di guardare in faccia tuo figlio. Sì, perchè ora ti fanno pure la morfologica in 4D. Piuttosto inquietante a dirla tutta, col bimbo che sembra fatto di pongo, ma incredibilmente capace di mostrarti ciò che il piccolo in quel momento sta facendo, le smorfie, gli occhi, il naso, la bocca.

Non devi nemmeno immaginare, l’hai visto. E ti imprimi quel volto e quelle manine nella mente, mentre la notte non riesci a dormire. Ti rigiri nel tentativo di trovare una posizione comoda, usi cuscini d’ogni forma, cerchi di dormire solo sul fianco sinistro perchè hai letto da qualche parte che se ti metti sulla destra il peso della pancia comprime la vena che assicura la circolazione materno-fetale. Sì, pure tu ci caschi. Anche tu finisci col fare cose assurde. Ma chissenefrega, questo e altro per il bimbo. Fai corsi preparto, yoga per la gravidanza, ginnastica in acqua. Ti prepari mentalmente al parto, pensi che ce la farai a mettere in pratica tutto quello che ti hanno spiegato. Del tipo “quando arriva la contrazione tu lasciati andare e seguila, come fanno le alghe quando si lasciano trasportare dalla corrente”. Sì, va beh. Il parto merita una riflessione a sé, ma a quel punto anche l’attesa è finita. Da quel momento sarai mamma a tutti gli effetti. La gravidanza non avrà più segreti per te. E si aprirà nella tua vita un nuovo, enorme, capitolo. Il tuo bimbo sarà una nuova vita, ricca di mistero, ancora tutta da imparare a leggere.