Qual è il ruolo dei cristiani in una società sempre più scristianizzata, in cui le Chiese si stanno svuotando? È stato l’argomento dell’incontro “I cristiani in dialogo di fronte alle sfide della globalizzazione” svoltosi di recente a Gandino e che ha visto confrontarsi Anne Zell, Pastora della Chiesa Evangelica Valdese di Brescia e don Giovanni Gusmini, docente di Teologia presso il Seminario di Bergamo e la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, moderati da Pietro Gelmi, Coordinatore del Gruppo Lumen. All’inizio della serata è stato trasmesso un video sulla storia di Lutero e sulla riforma protestante, che spezzó L’Unità religiosa del tempo. Il video è stato il punto di partenza per poi toccare diversi punti e argomenti. “L’Europa era da tempo attraversata da movimenti di riforma che volevano purificare la Chiesa – ha sottolineato don Gusmini -. Negli anni ‘40 del Cinquecento si e tentato di ricomporre questa divisione, ma fino al 1999 ci sono state delle scomuniche reciproche”. Il 31.10.1999 la Federazione mondiale delle Chiese evangeliche luterane e la Chiesa cattolica romana hanno infatti firmato una “Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione”che descrive la comune comprensione: siamo salvati non per nostra iniziativa, ma per l’iniziativa di Dio, non per le nostre buone opere o meriti presunti, ma per la grazia e l’amore di Dio. “Essere in dialogo significa confrontarsi in modo onesto e trasparente su ciò che è successo – ha aggiunto la Pastora Anne Zell -. La nostra storia non è nota, eppure è una storia italiana e siamo l’unico movimento risalente al 1200 che ha resistito e ha saputo trasformarsi. Eppure fino a 300 anni fa i valdesi erano costretti a fuggire in Svizzera e Germania a causa della propria fede: solo dal 1860 si è ottenuta la tolleranza. Nel 2015 è avvenuto un incontro importante tra la nostra comunità e Papa Francesco, che ha chiesto perdono”. Zell ha poi sottolineato l’importanza della memoria anche ai giorni nostri: “Ognuno di noi dovrebbe guardare nella propria realtà, chiedersi come può, come credente, risvegliarsi e mettersi in discussione a partire dal Vangelo. Davanti alle sfide del mondo attuale in che modo dovrebbe incidere la nostra fede?”. don Gusmini ha parlato invece dell’importanza del dialogo ecumenico: “Noi cristiani abbiamo speso troppo tempo ed energie a combatterci tra di noi. È fondamentale invece camminare insieme: ciò non significa rimuovere le differenza, ci vuole unità nella diversità. Il dialogo ecumenico deve continuare ed ognuno, dai teologi ai credenti, deve fare la sua parte”. “Certi valori non sono più presenti nella società attuale – ha proseguito la Pastora Zell -: assistiamo all’ascesa di movimenti di estrema destra, all’incapacità di accogliere. Le Chiese dovrebbero osare in certe questioni: penso all’apartheid in Sud Africa: chi lo sosteneva non poteva più essere chiamato credente o Cristiano. C’è bisogno di un’alleanza tra credenti e non che hanno a cuore la vita del nostro pianeta”. “Qui si gioca la nostra testimonianza evangelica – ha concluso don Gusmini -: è una sfida epocale in cui ne va della credibilità del nostro esser cristiani ed essere Chiesa. Dobbiamo aiutarci gli uni gli altri a testimoniare l’unico Vangelo”.