Contro l’ignoranza

Cari ragazzi e ragazze di Belsito,

ho saputo che in questi giorni a scuola dovrete decidere se chiedere la partecipazione all’ora di religione per l’anno prossimo e questo mi ha fatto venir voglia di scrivervi. Tranquilli però! Vedrete che vi scrivo da amico più che da parroco. So bene che questa è una decisione che spetta a voi, solo a voi e alla vostra coscienza.

Ma vi è chiaro, amici, che cosa vuol dire davvero agire secondo coscienza? Per qualcuno, vuol dire: «Io decido e agisco come pare a me». Lo pensate anche voi? E vi pare giusto? A me non tanto. Agire secondo coscienza, secondo me, vuol dire agire sapendo quello che si fa e perché lo si fa. E nelle cose importanti è ragionevole essere il più consapevoli possibile. Non pare anche a voi?

Ragazzi, so che non portate invano la testa sulle spalle e che la sapete usare per lo scopo per cui è fatta. E giustamente ci tenete a ragionare con la testa vostra. Ma io sono sicuro che in vista di decisioni importanti, come questa, cercate comunque di sentire anche il parere di altri. E son pronto a scommettere che in primo luogo cercherete i pareri dei vostri compagni. Voi giovani con gli amici e le amiche condividete tutto, soprattutto i problemi, e ne cercate insieme anche la soluzione. Bello! Però permettetemi un consiglio. Quando discuterete coi compagni dell’ora di religione, ad ogni loro parere, non limitatevi a registrare: chiedete sempre il perché. Aiuta a farsi un’idea.

A qualcosa potrebbe servire anche il parere dei vostri genitori. E anche quello di altre persone di cui voi avete fiducia. Anche a tutti questi però chiedete sempre le ragioni del loro parere.

Ecco, ragazzi, per quello che conta, adesso anch’io vi offro il parere mio e ve ne darò anche le ragioni. Il mio parere è semplice. Per me dovreste sen’altro iscrivervi all’ora di religione. Voi direte:«Per forza! Sei un prete! Tu vorresti tutti a catechismo!». Non è così. L’ora di religione non è un’ora di catechesi. Questo dev’essere chiaro sia per voi ragazzi, sia per gli insegnanti. La catechesi ha per scopo la crescita nella fede ed è per i credenti. La sua sede è l’oratorio, la parrocchia.

L’ora di religione è un’ora di scuola come le altre, da portare avanti con metodi e criteri scolastici e con un unico scopo che è quello di vincere l’ignoranza. L’ignoranza, ragazzi, lo sapete, non fa male alla pancia, ma è indecorosa. Un ignorante è proprio solo un ignorante. Dal non sapere possono venire solo gaffes vergognose, inconvenienti anche rischiosi e guai grossi.

L’ora di religione serve a darsi le coordinate necessarie per conoscere e interpretare correttamente la nostra cultura, che, piaccia o no, da duemila anni è tutta intrisa di religione e di religione cattolica. Il conoscere anche solo l’abicì della religione cattolica è indispensabile per capire tanto della nostra storia, moltissimo della nostra letteratura (pensate anche solo alla Divina Commedia), della nostra arte, del nostro lessico, della nostra toponomastica, delle nostre usanze…

In questo senso, il partecipare all’ora di religione sarebbe importante anche per gli immigrati: li aiuterebbe a ben situarsi nel nostro paese, perché lo conoscerebbero di più e meglio.

Per me, ragazzi, perfino agli agnostici e agli stessi nemici della Chiesa conviene informarsi sull’impatto tra la religione cattolica e la nostra cultura. Sapete perché? Il fondatore della Cina Comunista, Mao Tse Tung, diceva che per battere un nemico serve innanzi tutto conoscerlo bene.

Ecco: quando avrete sentito tutte le campane, pensateci su bene, senza fretta, e poi, in base all’idea consapevole che vi sarete fatta, decidete. Sarà senz’altro una decisione secondo coscienza. Ho finito. Ciao a tutti. E buon anno.

Il vostro Parroco

In appoggio al Parroco di Belsito, porto questa testimonianza. Anni fa sono stato chiamato a dare il mio parere su un libro di religione per la scuola primaria. Ne rimasi colpito. L’autrice (la prof. Chiara Zappa) aveva impostato il suo testo sui dialoghi tra un bambino italiano e un suo compagno islamico, il quale, passeggiando con l’amichetto per le vie della città, faceva domande su tutto quello che vedeva di religioso, su quello che sentiva nei discorsi della gente e su quello che veniva studiando nella varie materie a scuola. Ecco qui ben attuato lo scopo dell’ora di religione. Si potrebbe lavorare così a tutti livelli. Ragazzi di Belsito, il vostro Don ha ragione. Non vi pare?