Seriate: «12 apostoli tra divinità e fragilità» nella chiesa della Madonna del Buon Consiglio

È aperta fino a Natale nella chiesa della Madonna del Buon Consiglio a Seriate un’esposizione particolare: «12 apostoli, tra divinità e fragilità. Per essere donne e uomini capaci di Vangelo, Eucaristia, Comunità», con i dipinti di Luca Baroni. Il punto di partenza è il tema della lettera pastorale del vescovo, «Donne e uomini capaci di Eucaristia». E per capire come si può vivere concretamente la vita di comunità invita a prendere spunto proprio da ciò che accadeva nella casa degli apostoli: «Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la stima di tutto il popolo» (Dagli Atti degli apostoli). I dodici ritratti degli apostoli rappresentano un invito a riscoprire le colonne che sorreggono l’edificio, cioè leggiamo nella presentazione della mostra «le fondamenta di quella casa che è la comunità, fatta però da pietre vive preziose e uniche che siamo noi».  L’esposizione è allestita in chiesa, e sull’altare c’è Gesù, che «accoglie e invita». In un angolo c’è una sedia vuota, un particolare curioso: «è il posto libero per te» dice l’introduzione alla mostra. In ognuno dei ritratti degli apostoli ci sono tre elementi sui quali concentrare particolarmente l’attenzione: il volto, che indica il carattere, un simbolo che indica il martirio, il colore della veste che richiama a un aspetto di Gesù di cui hanno rivestito la loro storia (per esempio per Pietro è il bianco, simbolo della tenerezza, del perdono, della capacità di curare le ferite del cuore). «La rappresentazione pittorica dei 12 apostoli – dice Baroni, artista seriatese – è nata prendendo spunto dalle statue presenti a Roma in San Giovanni in Laterano. L’elemento che ho voluto sottolineare per differenziare ogni personaggio è in particolare quello del martirio: la morte è ciò che più di ogni altra cosa ci accomuna e ci rende vulnerabili».

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