“Sia fatta la tua volontà”. Anche Dio ha fatto naufragio nel Canale di Sicilia

ANIME PIE, ATTENZIONE!

Di fronte all’immensa tragedia dell’ultimo naufragio nel Mediterraneo che è costato la vita a centinaia e centinaia di persone, il Papa ha chiamato alla preghiera. Ma sarebbe brutto se le anime buone si limitassero a dire con rassegnazione al Signore: “Sia fatta la tua volontà!”. Il primo ad offendersi per un simile tipo di rassegnazione, sarebbe Dio stesso, chiamato in causa come praticamente colui che ha voluto o permesso tale tragedia, mentre nel libro della Sapienza Dio è definito in modo mirabile come “Signore amante della vita“, che non ha creato la morte e non è l’autore delle tragedie.
Possiamo seriamente immaginare che Dio stia su a distribuire a pioggia casuale, o peggio con intenzione mirata le cose brutte della vita? E che noi, per giunta, gli diciamo: “Sia fatta la tua volontà”?

INTERROGATIVI INELUDIBILI

Ma allora s’impone inevitabile un interrogativo: Dio vede? Dio sa? Anche il semplice uso della ragione ci offre una risposta: “Ragionate, insensati. Chi ha formato l’orecchio, forse non sente? Chi ha plasmato l’occhio, forse non guarda?” (Sal 94). Dio, per prima cosa, non è né sordo, né cieco.
L’angoscia però non si placa ancora e ci rode dentro. Se Dio vede, se Dio sa, che fa in quei momenti? Il credente si sente come stritolare le ossa dalla domanda dei beffardi: “Dov’è il tuo Dio?”. (Sal 42, 11). Davanti all’oppressione del popolo e alle ingiustizie verso i poveri, i maligni insinuano con perfidia: “Dio non se ne cura”. (Sal 94). È “la divina indifferenza” di cui parla anche Montale.
Invece, lo scittore ebreo Elie Wiesel, sopravvissuto allo sterminio dei lager, ci dà una testimonianza illuminante. “Ad Auschwitz, mentre i prigionieri assistevano impotenti all’impiccagione di tre loro compagni, tra cui un bambino, dietro di me udii un uomo domandare: Dov’è Dio? e io sentivo in me una voce che gli rispondeva: Dov’è? Eccolo, è appeso lì, a quella forca”.

DIO SUL BARCONE DEL NAUFRAGIO

Dio il 18 aprile scorso, se vogliamo proprio saperlo, era su quella carretta del mare in mezzo a quella povera gente finita tra i flutti mentre andava alla disperata ricerca di una qualche felicità.
I pochi superstiti hanno testimoniato che quei naufraghi finendo tra le onde pregavano, ognuno con le preghiere della sua religione invocando Dio, l’Onnipotente. Solo che l’onnipotenza di Dio non è, come dice Ernest Bloch, di tipo faraonico o zeusico (Dio, come lo conosciamo noi, non è come un grande faraone, o come il Giove dei pagani). Dio noi lo conosciamo attraverso Gesù Cristo, che ha salvato gli altri e non ha potuto, non è riuscito a salvare se stesso, e ha gridato al Padre: “Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Gesù ha condiviso tutto della nostra condizione umana, eccetto il peccato; ha condiviso gioie, drammi e tragedie. Ecco perché siamo certi che era là su quel barcone e ha gridato e pregato con quei poveretti.”Salvami, o Dio: l’acqua mi giunge alla gola, l’onda mi travolge. Sono sfinito dal gridare, i miei occhi si consumano nell’attesa del mio Dio”. (Sal 69).

LA VOLONTÀ DI DIO PER CUI PREGARE

Qui incomincia per quei poveretti e per noi sopravvissuti la necessità dell’invocazione: “Sia fatta, Signore, la tua volontà”. E la volontà di Dio, ripetiamolo bel chiaro ancora una volta, non è quella tragedia, ma è che nella tragedia e dopo la tragedia tutti siano come Dio vuole per il loro bene.
Per le vittime la volontà di Dio è che non vadano perduti in fondo al mare e non finiscano nel nulla. Gesù, vicino a loro, in mezzo a loro, ha sicuramente ripetuto la sua promessa nel vangelo: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e stanchi e io vi darò riposo”, e in un unico immenso abbraccio li ha introdotti in quella vita che più nessuno potrà loro togliere. E noi, insieme con Gesù, possiamo davvero pregare il Padre, perché si avveri per loro questa promessa del suo Figlio.
La volontà di Dio in quel momento e per lungo tempo è che i familiari delle vittime siano confortati da angeli consolatori come da un angelo consolatore fu confortato Gesù nel Getsemani quando sudò sangue per l’angoscia. Ma poi la volontà di Dio, che dev’essere fatta senz’altro, è che tutti facciano la loro parte, perché sia resa giustizia a queste e a tutte le vittime dell’ingiustizia. E qui si va dalle autorità a tutti i livelli (ONU, Europa, paesi di provenienza, paesi d’arrivo, enti di assistenza e protezione civile, volontariato, intellettuali, politici – governanti e legislatori -, religioni e chiese – autorità e singoli fedeli-)…
Volontà di Dio da compiere senz’altro è che non ci si fermi al buonismo (nelle idee e nelle parole), ma nemmeno che ci si perda in un populismo becero, facilone ed egoista.
Volontà di Dio è infine che gli operatori di iniquità si convertano, e che comunque siano puniti e messi in condizione di non nuocere.

PER FINIRE

Ogni volta che diciamo: “Sia fatta la tua volontà”, mettiamo da parte il collo torto di una malintesa e fuorviante rassegnazione e, anzi, ben in piedi, a braccia alzate, diciamo al Signore: “Da’ a tutti noi fame e sete di giustizia, perché ci impegniamo a raddrizzare le strade storte, ad abbassare le montagne dell’orgoglio, della prepotenza e dell’autosufficienza, e a riempire con l’amore le vallate, gli enormi vuoti creati dall’egoismo”.