Ferragosto: Bergamo fa festa con la Bolivia per la Virgen de Urkupina

La nostra città si prepara come ogni anno a un festoso e colorato ferragosto all’insegna dell’integrazione! Dal 2004 infatti, grazie alla Missione “Santa Rosa da Lima” per la Pastorale dei Latinoamericani, il 15 agosto la comunità boliviana celebra con musica, danze folkloristiche e preghiera la festa della Virgen de Urkupina, la Madonna dell’Integrazione e patrona della Bolivia.

TRE GIORNI DI FESTA
I festeggiamenti in patria sono molto sentiti e caratteristici: decine e decine di gruppi folkloristici di ballerini professionisti danzano ininterrottamente per 15 km (da Cochabamba a Quillacollo) con costumi vistosi e sfavillanti e al seguito numerose allegre bande. Esiste anche un voto per cui i gruppi di ballo giurano solennemente di onorare la Virgen con la propria danza per tre anni consecutivi. A Bergamo la festa è suddivisa in tre momenti. Giovedì 13 agosto ci sarà la preghiera nella chiesa di San Lazzaro e la tipica cerimonia di benedizione delle auto. Venerdì 14 agosto sera invece, la “Velada”: la vigilia di preghiera in cui la statua della Madonna verrà trasferita in processione con una suggestiva fiaccolata da San Lazzaro a Sant’Alessandro in Croce dove sarà celebrata la messa. È il terzo anno che si celebra la cosiddetta Velata, dedicata ai 300-400 giovani ballerini che il giorno dopo non possono partecipare alla messa perché sono impegnati a danzare.

LA PROCESSIONE
Sabato 15 invece avranno luogo i festeggiamenti veri e propri: dopo la messa alle 11 con segni e canti spagnoli, la statua della Madonna verrà riportata a San Lazzaro con la caratteristica processione di gruppi folkloristici di ballerini e da ben tre bande, ma si conta che in futuro aumenteranno. Anche la scelta di cambiare ogni anno parrocchia di destinazione della statua ha significato di integrazione, ha lo scopo di far conoscere le usanze boliviane e trasmettere un messaggio di accoglienza. Si trovano a contatto così due modi di vivere la religiosità molto differenti: quello italiano e bergamasco, molto interiore e spirituale e quello boliviano, estroverso e gioioso, molto appariscente per chi non ne è abituato.