Giuseppe Marcarini, promessa del calcio bergamasco, fu deportato in Germania. Un video racconta la sua storia

Giuseppe Marcarini sognava di fare il calciatore, magari di correre sul campo del “Brumana” (l’attuale Comunale) dove disputa le partite la squadra di Bergamo, l’Atalanta. Ancora oggi i suoi compaesani lo ricordano come una promessa del pallone, come il giovane che parteciperà al campionato anche durante il servizio militare. Un sogno però infranto dalla crudeltà umana: Marcarini venne infatti deportato in Germania dopo l’8 settembre del 1943 e internato nel campo di Thorn, con altri 35mila italiani. Rifiuta di entrare nella Rsi e quindi resta internato. Nel lager muore la sua speranza di giocare a pallone: «Ho provato a correre, ma le mie forze non rispondono più». Si ammala di tubercolosi: fa in tempo a tornare a Bergamo dopo la fine del conflitto, ma si spegne in ospedale il 24 giugno 1946. A quasi settant’anni dalla sua scomparsa, un video sulla sua storia (realizzato dagli studenti dell’istituto Natta) verrà proiettato sabato 30 gennaio, in occasione del match tra Atalanta e Sassuolo (che si terrà sabato 30 gennaio, alle 18), proprio allo Stadio Comunale: l’iniziativa rientra nell’ambito delle celebrazioni previste per la Giornata della Memoria. «Uisp e Lega Calcio hanno promosso il progetto “Il CalciaStorie” in tutte le città in cui è presente una squadra di Serie A, tra cui Bergamo – ha spiegato Marco Gritti, psicologo dello Sport dell’Uisp di Bergamo – abbiamo quindi identificato il Natta come istituto e l’anno scorso abbiamo lavorato con due classi, una prima e una seconda, coinvolgendo in tutto circa una cinquantina di studenti. I ragazzi hanno avuto la possibilità di intervistare Mario Poli, classe 1932, compaesano e conoscente diretto di Beppino, che ha raccontato aneddoti della sua vita e di quella dell’amico, inquadrando gli avvenimenti all’interno del clima storico dell’epoca, e ripercorrendo il proprio passato con inevitabile commozione. Dopo l’incontro con Mario Poli, i ragazzi hanno poi visitato il campo di calcio dell’oratorio di Curnasco, dove Beppino Marcarini giocò in gioventù (l’attuale campo dell’oratorio, con qualche modifica, rimane sostanzialmente lo stesso dove lo sfortunato giocatore diede i primi calci al pallone). Abbiamo inoltre svolto un lavoro di ricerca utilizzando il materiale che ci ha messo a disposizione l’Isrec: la parte più “sportiva” del lavoro è confluita in una storyboard, in un documento sulla vita di Marcarini, montato sotto forma di video. I ragazzi hanno inoltre realizzato due mappe, una sul percorso della deportazione e una sul ritorno in Italia». Infine, insieme al nipote di Beppino, Francesco Sonzogni (e coautore del libro «The Tower of Silence, Storie di un Campo di prigionia. Bergamo 1941-1945»), i ragazzi hanno visitato il campo di concentramento «P.G. n°62» di Bergamo, alla Grumellina: «Lì Beppino non ci entrò mai, ma essendo vicino a Curnasco abbiamo comunque ritenuto importante portare i ragazzi a visitare un’area fortemente simbolica, oggi praticamente intatta rispetto a 70 anni fa» ha aggiunto lo stesso Gritti, che si dice soddisfatto dell’iniziativa: «I ragazzi hanno partecipato con interesse alle varie attività, passando un pomeriggio diverso alla riscoperta della memoria e di luoghi evocativi sotto la guida generosa di Mario e Francesco, che si sono resi disponibili con entusiasmo e passione».