Un modo moderno di raccontare l’Epifania: il dramma di Fausto I, re di Pergamo

La storia dei magi, diventati “re magi” (il vangelo non dice che sono re) diventati tre (anche questo il vangelo non lo dice. Parla di “alcuni magi”: la tradizione ha fissato il numero di tre forse per via dei tre doni che i magi presentano al Bambino), la storia dei magi è stata variamente “attualizzata”, reinterpretata. Una delle più interessanti attualizzazioni della storia dei Magi l’ho trovata in Mezzanotte d’amore di Michel Tournier. L’autore, morto nel gennaio del 2016, è stato, da sempre, sensibile all’immagine dei Magi ricercatori di assoluto. Ha pubblicato Gaspare Melchiorre Baldassarre, apparso in Italia nel 1984. In Mezzanotte d’amore, apparso in Italia nel 1989, lo scrittore immagina che uno dei tre magi sia il re di Pergamo, Fausto I. Questi, disperato per la morte del figlio, si è messo in viaggio, alla ricerca di un senso della sua vita che sembra non averne più. Alla fine arriva a Betlemme. Ha portato con sé un dono particolare: una “pergamena” che prende il nome precisamente da Pergamo e che è il prodotto che ha reso famosa la città di cui Fausto è re.

Fausto I re di Pergamo s’inginocchiò di fronte alla greppia. Depose la propria offerta: uno di quei rotoli di cartapecora che facevano la fierezza degli artigiani di Pergamo. “Un libro vergine”, spiegò, “pagine bianche, ecco il simbolo derisorio della mia vita. Essa è stata interamente votata alla ricerca della verità. E, giunto al termine di questa ricerca, davanti al corpo del mio figliolo ho dovuto riconoscere che sapevo una cosa soltanto: di non sapere. Allora, ho seguito la strana stella nella quale ho voluto vedere l’anima di mio figlio. E ora ti chiedo, Signore: dov’è la verità?” Ovviamente, il bambino non rispose con parole a quell’incommensurabile domanda. Un neonato non fa discorsi. Ma diede a re Fausto un’altra specie di risposta, assai più convincente. Il suo tenero viso si volse verso di lui, i suoi occhi azzurri si schiusero completamente, un lieve sorriso illuminò la sua bocca. E c’era tanta ingenua fiducia in quella faccia infantile, quello sguardo rispecchiava una così pura innocenza, che Fausto sentì di colpo tutte le tenebre del dubbio e dell’angoscia svanire dal suo cuore. Gli parve di precipitare nello sguardo terso del bambino come in un abisso di luce.