La rivoluzione rosa dell’Etiopia: Sahle-Work, prima presidente donna in Africa

Ha 68 anni, una lunga carriera diplomatica alle spalle e vanta un primato che ha il sapore della sfida e del futuro: è la prima e unica donna (per ora) a ricoprire la carica di presidente in un paese africano.

Lo scorso 25 ottobre, infatti, Sahle-Work Zewde, è stata eletta presidente dell’Etiopia. Una “rivoluzione rosa” che segue la scia della strada intrapresa una settimana prima, quando dal primo ministro etiope Abiy Ahmed ha formato un nuovo governo composto per la metà proprio da donne (una donna è a capo del Ministero della Difesa e sempre donna è il neo ministro della Pace).

E mentre in Italia il discorso sulla parità di genere nelle posizioni di potere tropo spesso rimane – appunto – soltanto un discorso, l’Etiopia guarda in avanti, e lo fa mettendo sul tavolo temi come pace, eguaglianza e parità. Non scontati, in tempi nei quali sono parole come “guerra”, “interessi” e “opposizione” a farla da padrone.

Una lunga carriera diplomatica

L’elezione a capo dello stato di Sahle-Work Zewde corona una carriera diplomatica lunga e articolata. Nata ad Addis Abeba ma cresciuta in Francia, la donna ha infatti lavorato in passato come ambasciatore per l’Etiopia in Senegal, Francia e Gibuti e come rappresentante permanente dell’Etiopia presso l’Autorità intergovernativa per lo Sviluppo IGAD, l’organismo economico regionale dell’Africa dell’Est. Prima dell’elezione è stata rappresentante speciale del segretario delle Nazioni Unite Antonio Gutierrez presso l’Unione Africana.

Pace e parità di genere

Nel suo discorso di insediamento, dopo il giuramento, la Zewde ha delineato i punti fermi del suo mandato: la necessità di promuovere e mantenere la pace e la parità tra uomini e donne. Perché, come ha ricordato, «le donne sono le prime vittime dell’assenza di pace. Se le riforme che saranno fatte in Etiopia saranno fatte da uomini e donne, l’esito sarà un paese libero da discriminazioni religiose, etniche o di genere». E ancora, sradicamento della povertà e collaborazione tra governo e opposizione per «creare un Paese e una generazione di cui saremo fieri».

Sebbene la carica di presidente in Etiopia sia un ruolo di rappresentanza con pochi poteri reali e il vero capo politico sia il premier, l’elezione della Zewde – contestualmente alla nomina di un parlamento per metà femminile – si configura quindi con un passo deciso verso un futuro diverso, capace di assicurare al paese africano il tentativo di una pace e prosperità possibili.