Educare alle emozioni e ai sentimenti: una sfida (anche) per gli oratori

Educare alle emozioni e ai sentimenti è un compito importante e delicato, che merita attenzione. Le relazioni “liquide” nella società contemporanea hanno spesso la consistenza fragile e granulosa delle connessioni web, si fanno e si disfano in modo virtuale, ma i segni che lasciano sull’anima e sul destino delle persone sono reali. Gli stimoli e i messaggi che arrivano agli adolescenti sono molti, contraddittori e confusi, ecco perché è fondamentale spendersi per aiutarli, per sostenerli, per mostrare loro quanto contano valori e scelte. Anche l’oratorio ha un ruolo in questo contesto, accanto alla famiglia e alla scuola, in modo diverso, più informale e per questo ricco di possibilità, a patto di avere il coraggio di andare controcorrente.
“Abbiamo dato una struttura organica ai percorsi quattro anni fa – spiega don Emanuele Poletti, direttore dell’ufficio diocesano per l’età evolutiva – con una serie di proposte di formazione legate all’affettività e alla sessualità, in collaborazione con il consultorio diocesano”. Gli oratori pongono all’Upee richieste specifiche, talvolta di natura tecnica, che richiedono l’intervento di un esperto, ma la complessità della materia “ci ha sollecitato – continua don Emanuele – a immaginare un progetto più articolato e di respiro più ampio, con un valore pedagogico, che in prima battuta rafforzasse le competenze e la formazione degli educatori, perché potessero poi, a loro volta, spenderle affiancando i ragazzi nei loro oratori”. Gli incontri delle “Terre di mezzo” su affettività e sessualità hanno coinvolto una cinquantina di oratori nell’ultimo anno e hanno assunto la forma di laboratori più che di lezioni teoriche, in modo da fornire strumenti concreti, tecniche, tracce per costruire progetti. Un percorso analogo “Liberi in rete” è stato avviato anche in modo specifico sul mondo dei social, dove i ragazzi trascorrono molto tempo e intrecciano molte relazioni. “A volte – spiega Giordano Feltre, educatore dell’Upee, coordinatore dei percorsi formativi – ci viene richiesto un intervento come conseguenza di episodi particolari o per affrontare meglio situazioni difficili. L’ideale però è poter intervenire nella vita quotidiana e ordinaria degli oratori, per portare avanti un’azione più efficace”.
Lo stile e i contenuti non sono gli stessi che i ragazzi sperimentano in altri contesti: “Promuovere questi percorsi a scuola oppure all’oratorio non è la stessa cosa – sottolinea don Emanuele -. Per noi, infatti, è importante approfondire e custodire i risvolti pastorali, avvicinare i ragazzi e gli educatori con la consapevolezza che sono parte di una comunità più ampia e che questa comunità può essere chiamata in causa in molti modi nelle diverse attività svolte: lo sport, la catechesi il cortile, gli spazi informali. Ognuno può dare un apporto, e come dice il famoso proverbio africano, per educare un bambino ci vuole un villaggio. Sta a noi creare il clima e le condizioni giuste perché questo possa davvero avvenire”. Ogni percorso di formazione è mirato sulle esigenze dell’oratorio che lo richiede: la situazione specifica, le richieste, il pubblico a cui è rivolto, i talenti e le competenze degli educatori. All’oratorio è possibile lasciare da parte la “neutralità” richiesta alla scuola per concentrarsi – con l’alleanza dei genitori – su aspetti etici, morali, spirituali, fondamentali nel processo di crescita: “E’ necessario – sottolinea don Emanuele – riuscire a esplicitare e a motivare questa dimensione, in modo complementare agli aspetti trattati dagli esperti del consultorio”. Dal punto di vista culturale si gioca proprio su questo aspetto “culturale” la sfida più importante: non consiste nell’imporre dei divieti, ma nel mostrare ai ragazzi la bellezza e il valore della vita cristiana, che passa a volte anche attraverso scelte “insolite” rispetto a quelle dei coetanei e non immediatamente gratificanti. “E’ la sfida dell’evangelizzazione – spiega don Emanuele – sulla quale a volte oggi ci sentiamo un po’ timorosi, anche a questo servono i corsi di formazione”. Per informazioni si può consultare il sito www.oratoribg.it.