Il vescovo Francesco Beschi incontra gli adolescenti della val Serina: “Vi auguro di scoprire qual è la vostra missione nella vita”

“Che cosa pensi dei tatuaggi?” Non sempre le domande degli adolescenti sono prevedibili, ne ha avuto un assaggio il vescovo Francesco Beschi incontrando una settantina di ragazzi della media e bassa val Serina, accompagnati da preti e animatori, nel corso del suo pellegrinaggio pastorale nella fraternità 2 della Cet 4 della Val Brembana.

Monsignor Beschi non si è sottratto al confronto, che si è svolto in un clima vivace e informale: “I tatuaggi sono una moda del momento – ha detto -, che cambierà nel tempo come il taglio degli abiti e la lunghezza dei capelli, ma mi fanno pensare a qualcosa che sarebbe bello avvenisse nel profondo. Alcune esperienze e incontri mi hanno segnato come tatuaggi dell’anima, e posso andarle a ripercorrerli e ricordare ciò che di speciale ho vissuto. Vi auguro di poter vivere esperienze così belle da portarne il segno per sempre”.

L’inizio di un cammino di collaborazione

Un sabato sera con il vescovo ha offerto l’occasione di riunire gli oratori dell’unità pastorale della media Val Serina (che comprende le parrocchie di Bagnella, Cornalba, Lepreno e Serina) e quelli dell’unità pastorale della bassa Val Serina (Ambriola, Ascensione, Costa Serina, Bracca, Cornalta, Frerola, Pagliaro). “Ci auguriamo che questo sia un inizio – ha osservato don Vittorio Rossi, parroco di Serina – e che sia possibile in futuro ritrovarci per altre attività da realizzare insieme”.

Don Vittorio introducendo la serata ha presentato il gruppo adolescenti di Serina: “Ci incontriamo ogni sabato sera e quest’anno il tema che fa da filo conduttore è cosa significhi “Essere liberi”. In questo contesto abbiamo parlato di tutte le dipendenze, comprese quelle dalla tecnologia e dall’alcol, purtroppo molto diffuse nei paesi di montagna. E ancora le droghe e il gioco d’azzardo”.  

In una comunità molto attiva, con una buona partecipazione, come sottolinea don Vittorio, “al di là dei temi in discussione la nostra esperienza ci ha mostrato quanto sia importante il dialogo tra giovani e adulti, che hanno bisogno gli uni degli altri”. 

L’importanza dell’ascolto nelle relazioni

Numerose domande rivolte dai giovani a monsignor Beschi si sono concentrate sul tema delle relazioni. Gli hanno chiesto per esempio come e con chi trascorra le sue giornate, dandogli uno spunto per riflettere sull’importanza dell’ascolto e dell’attenzione: “Per me ogni volto è importante. Spesso ho la possibilità di incrociare solo uno sguardo, scambiare un sorriso, ma sono convinto che ogni persona sia unica. Pensate all’immensità dell’universo, ognuno è un universo, con la sua testa, i suoi sentimenti, le sue esperienze. In ognuno vedo un mondo, e chiedo al Signore di conservare il senso della meraviglia, che c’è sempre in ogni nuovo incontro ed è inesauribile in ognuno. In tanti anni non ho mai incontrato una persona banale. Creare uno spazio di accoglienza e aprire il cuore a qualcuno è sempre una possibilità straordinaria”.

Si è parlato anche di fede, e dei dubbi che possono nascere lungo il percorso: “La fede è qualcosa di vivo e di misterioso – ha affermato il vescovo -. Non è un pacchetto, né un titolo di studio. È una relazione con Dio, sottoposta a momenti di entusiasmo, a volte travolgenti, sereni, quotidiani, e altri periodi in cui è più difficile stare insieme, a volte si dubita. Accade per esempio quando ci si trova davanti a un grande dolore. Alcuni, dopo la pandemia, mi hanno scritto di aver perso la fede dopo aver visto morire tante persone care. Seppure io non abbia vissuto dolori così grandi, il mio compito e la mia missione è cercare di raccoglierli, di dargli senso”.

“Senza fiducia non si può costruire nulla”

“Posso dire che non si può vivere senza fede, a partire da qualcosa di molto umano: essa infatti nasce da un atto di fiducia, e senza di essa non si può costruire alcuna relazione. Il più grande regalo che un padre, una madre, un insegnante, un prete possano fare a chi è più giovane è proprio dare fiducia. Anche un non credente ha fede, se non in Dio comunque nelle persone che ha vicino. La fiducia è importantissima, è come l’aria che respiriamo e che ci tiene in vita. La fede in Dio dev’essere frutto della libertà, come l’amore. Non esiste un amore costretto. Se respiro l’aria della fiducia allora posso anche avere fede in Dio”.

Fra i tanti argomenti toccati durante la serata, anche quello della felicità: “È qualcosa che auguro a tutti – ha concluso il vescovo -, e spero che anche voi riuscirete a scoprire che il rapporto con Dio è sorgente di felicità. Per esempio può rendere felici scoprire che non siamo al mondo per caso e il senso della vita è fare del bene agli altri. Vi auguro di cuore di scoprire quale sia la vostra missione nella vita, perché ognuno ne possiede una e quando la trova è felice, come è capitato a me”.