L’arca di Noè: la storia di un piccolo guerriero e dei suoi 128 giorni in incubatrice

L’ARCA DI NOE’ – STORIA DI UN PICCOLO GUERRIERO E DELLA SUA MAMMA

Il bambino chiama la mamma e domanda:
“Da dove sono venuto? Dove mi hai raccolto?”.
La mamma ascolta, piange e sorride
mentre stringe al petto il suo bambino:
“Eri un desiderio dentro al cuore”.

Questa è la storia di Noè. Proprio come il personaggio della Bibbia, costruttore e comandante dell’arca, uomo giusto e retto. Noè è il nome profetico dato a un bambino bergamasco nato piccolo piccolo, pretermine, costretto a venire alla luce molti mesi prima del momento, per salvare se stesso e la sua mamma. Il Noè biblico lotta nell’arca per la sopravvivenza di un’umanità rinnovata; il nostro Noè combatte per 128 giorni all’interno della sua incubatrice in Terapia Intensiva Neonatale per la sua voglia di vivere e, inconsapevolmente, anche per quella dei suoi genitori, Fabiola e Renato. Noè li ha scelti come suoi genitori e ha creduto in loro, nella loro forza, nella loro capacità di sperare e di non arrendersi allo sconforto, pur nella sofferenza e nel sacrifico. Il libro “L’arca di Noè” nasce così, dall’esigenza di mamma Fabiola di condividere l’esperienza della prematurità che, come dice lei, ti arriva addosso e non sei preparata, e racconta di come lei e suo marito l’hanno affrontata, vissuta ed elaborata. Stare lontani dal proprio figlio appena nato e non avere la certezza se sopravvivrà, o come vivrà, è un dolore che accomuna tutti i genitori dei bimbi nati prematuri, ed è proprio a loro che Fabiola si rivolge in questo libricino. “Ciò che non ti uccide, ti fortifica” e questa mamma ne è profondamente convinta. Oggi Noè ha cinque anni ed è stato fortunato, è un bambino sano e forte, non si direbbe che ha vissuto un’esperienza tanto dura all’inizio della sua vita. Ma cosa rimane di quei 128 giorni in Terapia Intensiva Neonatale? Piccole cicatrici sulle mani, sui piedini e nel collo di Noè. Una cicatrice un po’ più profonda nel cuore della sua mamma. Ma adesso Fabiola guarda Noè e vede solo un bimbo speciale, il suo bimbo. E lei, che con lui è nata come mamma, dal primo istante non ha potuto non credere nel suo forte guerriero.