Verso l’alt(r)o: la meditazione della settimana. Il valore di una persona non si misura

La rubrica “Verso l’alt(ro)” offre ogni settimana, ogni venerdì, alcuni spunti di meditazione, preparati per noi da un gruppo di giovani collaboratori dell’Ufficio diocesano Tempi dello spirito. Buona lettura.

Il quarto pianeta era abitato da un uomo d’affari.
Questo uomo era così occupato che non alzò neppure la testa all’arrivo del piccolo principe. “Buon giorno”, gli disse questi. “La vostra sigaretta si è spenta”.
“Tre più due fa cinque. Cinque più sette: dodici.
Dodici più tre: quindici. Buon giorno.
Quindici più sette fa ventidue.
Ventidue più sei: ventotto. Non ho tempo per riaccenderla.
Ventisei più cinque trentuno.
Ouf! Dunque fa cinquecento e un milione seicento ventiduemila settecento trentuno”. “Cinquecento e un milione di che?”
“Hem! Sei sempre lì? Cinquecento e un milione di … non lo so più. Ho talmente da fare! Sono un uomo serio, io, non mi diverto con delle frottole!
Due più cinque: sette…”
“Cinquecento e un milione di che?” ripetè il piccolo principe che mai aveva rinunciato a una domanda una volta che l’aveva espressa. […]
“Di stelle”.
“E che ne fai di cinquecento milioni di stelle?”
“Cinquecento e un milione seicentoventiduemilasettecentotrentuno. Sono un uomo serio io, sono un uomo preciso.”
“E che te ne fai di queste stelle?”
“Che cosa me ne faccio?”
“Si”.
“Niente. Le possiedo io”.
“Tu possiedi le stelle?”
“Si”. 

(Antoine de Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe)

All’arrivo del Principe, anche Cesare Augusto era impegnato a contare. Per sentirsi forte, l’uomo potente, colui che crede di avere in mano i destini dell’umanità, ha sempre bisogno dei numeri.

L’imperatore indiceva un censimento per determinare la ricchezza e quindi la tassazione del territorio, per valutare la potenza militare su cui era possibile fare affidamento e per contare il numero dei cittadini soggetti all’autorità romana. In altre parole ciò di cui si voleva tener conto era il proprio potere in tutte le sue sfaccettature: soldi, politica, forza, immagine di sé, ambizione, prestigio. Discorsi di duemila anni fa oppure argomenti ancora attuali?

Il valore di una persona non si misura: sui social è pieno di frasi come questa, e nei bei discorsi che facciamo ce lo ripetiamo continuamente anche noi, ma ci crediamo davvero? Non importa: Gesù ha voluto nascere proprio all’interno di un censimento, in mezzo ai numeri, tra i registri delle entrare e delle uscite. Si è inserito nei nostri calcoli per farci rendere conto che nella vita i conti non tornano mai: guadagni, successi, risultati ci danno un po’ di soddisfazione, ma il nostro cuore cerca l’amore. E l’unica misura che conosce l’amore è il tutto! In fondo il Natale è questo: un bambino tutto uomo, tutto Dio, per tutti! Venuto non per contarci o per chiederci conto, ma per darci tutto di sé perché noi contiamo per Lui!