Gesù sui trampoli

La chiesa è tutta buia. I bambini gridano. Poi ecco una luce piccola, fioca, va a illuminare una luna d’argento portata da una giovane donna vestita di nero. Scende il silenzio. Arriva lentamente attraverso la navata un’attrice, Simona, sui trampoli. La volta della chiesa, come d’incanto, si illumina di stelle, tutti rimangono a bocca aperta. Simona legge dalla Genesi: «In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: “Sia la luce! E luce fu”».

ASCOLTARE LA BIBBIA E IL VANGELO

È così che nella parrocchia di Seriate, al Centro pastorale Giovanni XXIII di Paderno, nelle domeniche d’Avvento e di Quaresima i bambini (circa cinquecento) della scuola primaria (6-10 anni) imparano a scoprire com’è bello ascoltare la Bibbia e il Vangelo. «E’ un modo – spiega don Stefano Manfredi, il curato della zona – per educare all’ascolto e creare le condizioni perché la parola risuoni, come la corda di uno strumento. Un modo per educare alla fede seguendo il presupposto che tutto quello che riguarda Dio è già dentro di noi e pian piano andiamo a scoprirlo». «E’ una piccola sperimentazione» dicono i genitori che si occupano di questo laboratorio liturgico, una ventina in tutto. Tutto è iniziato due anni fa, proprio con la Genesi. I bambini si ritrovano nella chiesa vecchia di Paderno dieci minuti prima delle 11. Il curato inizia la celebrazione con loro, con un segno di croce, una preghiera semplice come atto penitenziale, un canto. Poi va a incontrare gli adulti, con i quali inizia la Messa nel modo abituale, dicendo però ai genitori che cosa sta succedendo “di là”. E con i bimbi, intanto, ci sono gli animatori, i musicisti (ogni volta l’accompagnamento è affidato a uno strumento diverso, in consonanza con il tema della giornata).

IL RACCONTO DAI TRAMPOLI

Poi ecco l’attrice Simona Zanini sui trampoli: un papà, una mamma, oppure un catechista le passa il libro con le letture del giorno, lei lo apre e “proclama” la parola. Poi un animatore fa qualche domanda, raccogliendo le reazioni dei bambini. E il laboratorio si trasforma, una settimana dopo l’altra, anche in un lavoro concreto comunitario, che a Natale, per esempio, porta alla costruzione del presepe. Così questo diventa un momento davvero speciale: quasi tutti i bambini una volta tornati a casa non vedono l’ora di raccontare a tutto il resto della famiglia l’esperienza che hanno vissuto. La successione e i gesti sono sempre gli stessi, così questa diventa anche un’educazione alla ritualità, fatta a misura di bambino. Il tema scelto è sempre quello diocesano dell’anno pastorale: l’anno scorso la fraternità, declinata in modo diverso a Natale e a Pasqua, quest’anno il cammino delle beatitudini.

UN LUOGO SPECIALE

Di là, intanto, don Stefano prosegue la Messa, con le letture normali e una predica “tosta”, che non trascura di toccare i nodi più delicati della vita comunitaria della settimana, finché arriva il momento di far entrare i bambini, e grandi e piccoli continuano a pregare insieme. «Per noi è importante – spiegano i genitori del gruppo organizzatore – che i bambini abbiano voglia di parlarne anche a casa. Così poi si creano anche le condizioni perché imparino ad ascoltare non la predica ma la vita». L’idea di fondo non è creare una Messa alternativa per i bambini ma un luogo speciale che li alleni a comprendere la liturgia e i testi sacri e a vedere il mondo con gli “occhiali” della fede. Un’attenzione in più, insomma, che richiede fra l’altro molta energia e perciò è giusto limitarla ai “tempi forti”, senza estenderla a tutte le domeniche. Ma che finisce con illuminare tutto il resto del cammino, anche per i “grandi”, contagiandoli un po’.