Trentotto domande

I vescovi dell’Inghilterra e del Galles l’hanno messo subito online, a disposizione di tutti. Diocesi importanti, in Italia e nel mondo, hanno pensato bene di farne un bigino, togliendo questioni che ritenevano poco adatte al confronto ecclesiale.

Stiamo parlando del questionario predisposto per la consultazione del Popolo di Dio in preparazione del Sinodo sulla famiglia del prossimo ottobre 2014 e al quale parteciperanno per la prima volta (in omaggio alla collegialità) tutti i Presidenti delle 114 Conferenze episcopali nazionali del mondo. Trentotto domande che mettono a fuoco, con grande realismo, anche alcuni nodi critici della vita matrimoniale e familiare, propri della situazione odierna. Contraccezione, coppie di fatto, etero ed omosessuali, convivenze ad experimentum, rapporti prematrimoniali, comunione ai divorziati risposati. Questioni rivolte al popolo dei credenti che non vogliono eludere i temi più scottanti senza alcuna reticenza e con un linguaggio diretto, per nulla curiale. Ad esempio: «Che domande pongono i divorziati risposati alla Chiesa riguardo ai sacramenti dell’eucaristia e della riconciliazione? Tra quelle persone, che si trovano in questa situazione, quanti chiedono questi sacramenti? Una semplificazione dei procedimenti canonici nel riconoscere la dichiarazione di nullità del legame matrimoniale potrebbe favorire un contributo positivo alla soluzione dei problemi delle persone coinvolte?».

LA RIVOLUZIONE È NELLE DOMANDE

Una novità di metodo che colpisce e che ha fatto scrivere che «la rivoluzione è nelle domande». Su temi delicati, quelli del matrimonio, della famiglia e sessualità – attorno ai quali nelle discussioni roventi del Vaticano II fu evidente una frattura non ricomposta e che lasciò pesantemente il segno su scelte e documenti successivi.

Per la prima volta dopo di allora un Papa vuole ascoltare ciò che le chiese locali dicono dal basso, in ogni parte del mondo. Un ascolto capace di prendere sul serio le domande e le fatiche dell’uomo contemporaneo e che, nel discernimento, favorisca un’azione pastorale adeguata.

Il questionario, va ribadito, non è stato concepito come un sondaggio né, tantomeno, come un referendum. «Vuole essere – ha detto mons.Lorenzo Baldisseri – l’occasione per conoscere direttamente dalle persone quella che è la loro esperienza non solo individuale ma anche di gruppo, per raccogliere dati statistici, riflessioni, elaborazioni. Così i vescovi del Sinodo avranno il polso della situazione senza doverla trarre dai libri o dalle indagini sociologiche. Il nostro questionario è molto di più di un’indagine sociologica. È una riflessione anche ecclesiale e spirituale. E le domande sono aperte…».

UNA STRADA APERTA

A scorrere le domande (scaricabili dal sito della Santa Sede e le cui risposte, personali o di gruppo, possono essere inviate entro il 31 dicembre a: Mons. Lorenzo Baldisseri, segretario generale del sinodo dei vescovi c/o Segreteria del Sinodo dei vescovi. Via della Conciliazione 34 -00120 Città del Vaticano fax 06 69883392) colpisce il modo con cui queste sono costruite. Per l’accento posto anzitutto sulla misericordia di Dio e per l’attenzione privilegiata ai soggetti deboli, in particolare ai bambini, come risulta con chiarezza da una delle domande (ben quattro) riferite alle «unioni di persone dello stesso sesso». Non manca – e anche questo è un dato di indubbia novità – il riferimento al giudizio sulla legislazione civile, soprattutto laddove è in gioco il riconoscimento delle unioni di fatto omosessuali: «Quale è – recita il questionario – l’atteggiamento delle Chiese particolari e locali sia di fronte allo Stato civile promotore di unioni civili tra persone dello stesso sesso, sia di fronte alle persone coinvolte in questo tipo di unione?».

Insomma, nonostante le inevitabili critiche che il questionario porta con sé (la mancanza di alcuni temi, il ritardo con cui è stato presentato, l’oggettiva difficoltà a tabulare risposte aperte) una strada è stata aperta con coraggio. Sarà dura tornare indietro. Nonostante tutti i bigini possibili.

IL TUO PARERE

Ma è proprio una rivoluzione? E tu cosa ne pensi? Quali potrebbero essere le conseguenze?

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