Coraggio

«Continuo a restare sorpreso dalla capacità di reazione dei miei scolari: attingono a una forza che li trascende – afferma l’insegnante-scrittore Eraldo Affinati -. Mirko e Christian, entrambi bocciati in seconda media, dicono di voler riconquistare la fiducia dei genitori, ma ancora non sanno che dovranno fare molto di più: prenderseli sulle spalle e metterli al riparo».

Quali sono le condizioni in cui vivono i ragazzi difficili, quelli che ai suoi tempi don Bosco avrebbe accolto come suoi figli? In quanti modi si declina il coraggio? Tantissimi: e dall’osservatorio della scuola si vedono bene, come testimonia Affinati, autore de «L’elogio del ripetente», educatore appassionato, che offre una lettura critica della società contemporanea: «Oggi i genitori degli studenti sono ragazzi e ragazze fragili, col trucco troppo vistoso e i vestiti non appropriati, giovanotti ricoperti di tatuaggi, commesse dall’aria scarmigliata, operai in tuta… Hanno le facce stanche, l’aria indaffarata… Molto spesso litigano davanti al figlio…».

In questi momenti di crisi generalizzata di coraggio ce ne vuole parecchio, ed ecco quindi che cade a fagiolo «M’impari? Coraggio!» il tema dell’incontro in programma domani, organizzato dall’Aeper. Eraldo Affinati sarà a «La Peta» di Costa Serina alle 17,30. Dialoga con lui Marco Dotti di «Vita Non profit». Dopo l’incontro alle 19,30 polenta, salame e formaggio davanti al camino e alle 21 racconto nel bosco (sono consigliate scarpe adatte). Per informazioni aeper@edizioni.it, cell. 3409255991. Anche lo stile della giornata, come si vede, è familiare e anticonvenzionale, fatto per ragionare insieme con libertà.

Quando un insegnante (per vocazione) diventa scrittore («vengo da una famiglia complicata – dice Affinati – scrivo anche per dar voce a mio padre e a mia madre, che non hanno avuto voce»), i racconti e le riflessioni sul mondo della scuola possono diventare impietosi eppure appassionati, veritieri, sempre fiduciosi. Nel racconto le labbra si piegano in una smorfia sofferta se si arriva alla poca voglia di studiare, al bullismo, alle aule sporche o fatiscenti, alle «canne»; mentre gli occhi di questo «scrittore di trincea» si illuminano ogni volta che si parla di Anna, Luca, Luis e Natasha, Alessandro e Safyia, quegli studenti che gli riempiono le mattinate, e causano qualche notte insonne.

«A scuola – sottolinea Affinati – i ragazzi scrivono con una penna su un foglio di carta, sfogliano un dizionario: fanno ciò che altrove non fanno più. Da questo punto di vista la scuola è ottocentesca, per fortuna». La generazione dei «nativi digitali» non è né migliore né peggiore delle altre, ma certo «vive in una realtà diversa, in rapidissima trasformazione». E deve fare i conti con un sistema d’istruzione sul quale si investe sempre troppo poco, che sconta carenze strutturali e tecnologiche (ancora oggi in Italia non tutti gli istituti sono collegati a internet), che fa a cazzotti con la burocrazia, con insegnanti spesso preparati ma demotivati. In questo quadro l’incontro di domani a La Peta diventa un’occasione da non perdere per mettere a tema le emergenze educative, con la spinta di un punto di vista diverso.

Condividiamo qui di seguito un’intervista di Tv2000 in cui Eraldo Affinati spiega come un ripetente può “Salire in cattedra e aiutare gli altri”.