Gustatevi la vita

La santità umile di Giovanni XXIII come una traccia da seguire: è stato questo il filo conduttore della veglia dei giovani per la domenica delle Palme con il vescovo Francesco Beschi.

“La mia umile e ormai lunga vita – scriveva Giovanni XXIII – si è sviluppata come un gomitolo sotto il segno della semplicità. Il Signore mi ha fatto nascere da povera gente ed ha pensato a tutto. Io l’ho lasciato fare, mi sono lasciato condurre dalla Provvidenza: veramente la volontà di Dio è stata la mia pace”.

Seguendo questo stesso filo quasi cinquecento giovani provenienti dalle diverse parrocchie della diocesi domenica sono partiti a piedi dal convento francescano di Baccanello (Calusco d’Adda) per arrivare fino al paese natale di Papa Giovanni XXIII, Sotto il Monte.

Perché Partire da Baccanello? Don Emanuele Poletti ha spiegato ai giovani che dalla sua finestra don Angelo Roncalli vedeva sempre quel convento. Inoltre Papa Giovanni XIII ha sempre dimostrato la sua vicinanza a S. Francesco.

Prima della partenza del breve percorso a piedi don Emanuele ha esposto le tappe più importanti della vita del Papa buono: il servizio come cappellano militare durante la Prima Guerra Mondiale, poi la direzione della Casa dello Studente e dal 1921 la vita di don Angelo diventa un viaggio continuo che culmina con l’elezione al soglio pontificio quando era ormai anziano.

Giunti a Sotto il Monte, i giovani si sono seduti nel giardino della Pace e hanno ascoltato con emozione e gioia i brani tratti dai messaggi e i discorsi di Papa Francesco e Papa Giovanni XXIII.

Infine il vescovo Francesco ha parlato ai giovani raccontando storie di vita, tra cui l’incontro toccante avvenuto proprio quella mattina con una giovane mamma, mentre visitava il nuovo ospedale intitolato a Papa Giovanni XXIII. La mamma ha voluto che il vescovo salutasse il figlio di 6 anni malato, il vescovo Francesco ha esortato “Non abbia paura”, lei ha risposto “ma io ho paura” e il vescovo l’ha invitata di rimando: “cerchiamo di stare insieme nella paura”. Anche lo stile di Papa Giovanni era questo: condividere le esperienze di vita con le persone, farsene carico con la preghiera e una vicinanza affettuosa.

A Roma il nostro vescovo ha detto a Papa Francesco “Lei assomiglia tanto a Papa Giovanni XXIII” e lui gli ha risposto umilmente: “Mi manca la santità”.

Quella santità, come ha detto ai giovani il vescovo: “Qui a Sotto il Monte si sente e si respira” e ancora ha sottolineato: “le esperienze che si fanno da bambini e da giovani sono quelle fondamentali, perché anche con il passare degli anni rimarranno fonte di ispirazione per la vita”.

E riguardo all’amore: “L’amore è una cosa sempre nuova, l’amore non è mai vecchio, anche se si sta insieme da tanto tempo”. E ancora “ il percorso dell’amore va condiviso con tutti, la bellezza dello stare insieme, creando e facendo qualcosa di buono per gli altri”.

Avverte infine i giovani di stare attenti alle “due grandi tentazioni del nostro tempo: la noia e il consumo”. “Nella vita non serve consumare, bisogna sapere gustare”.