Il Signore sta esagerando. Vecchiaia e sofferenza

Cara suor Chiara, mio marito ed io siamo anziani. Io sto benino, mi trascino a male pena, ma ce la faccio. Mio marito ha quasi 92 anni. Sta perdendo la memoria, ha bisogno di essere assistito. Siamo dunque, tutti e due un problema uno per l’altro e tutti e due per i figli. Ma non finisce qui. Un mio figlio è senza lavoro, riesce a mantenere i suoi tre figli grazie a lavoretti suoi e a un lavoro part time della moglie. Un’altra figlia ha strani disturbi e deve fare esami. Siamo molto preoccupati. Ti assicuro non sto inventando nulla. Non hai l’impressione che il Signore stia un po’ esagerando con noi? Va bene il Calvario, ma ci vorrebbe anche un po’ di pasqua, dopo. Noi Non riusciamo a vederla. Grazie. Alice

Le sofferenze e le preoccupazioni che state vivendo nella vostra famiglia non sono indifferenti, cara Alice! Gli interrogativi che sorgono nel suo cuore sono più che comprensibile! Mentre un senso di impotenza attanaglia il cuore e la confusione avvolge la mente, come Giobbe, anche lei osa innalzare al cielo i suoi “Perché?”.

LA GRANDE PROVA

Il dolore lo conosciamo tutti molto bene! Sappiamo, per esperienza, cosa significhi sentire nella carne la lacerazione del dolore! Vorremmo trovare risposte rassicuranti, che invece tardano a venire. Anche le preghiere e le suppliche che innalziamo a Dio, spesso sembrano rimanere inascoltate. Il silenzio scende, allora, nel cuore lasciandoci impauriti sotto il peso delle nostre croci delle quali fatichiamo a trovare il senso. Allora può capitare che ci arrabbiamo con Dio, ritenendolo responsabile delle nostre sofferenze: di un Dio così non sappiamo cosa farcene e ce ne andiamo per le nostre strade, delusi e amareggiati.

Ci dimentichiamo al contrario, che il dolore è parte integrante della vita e, se vissuto nella fede e nell’abbandono in Dio, può, paradossalmente, rivelarsi tempo di crescita in umanità. Dio, infatti, non ci ha creato per la morte o per la sofferenza, ma per la vita piena e in abbondanza; conosce molto bene le nostre lacrime, le nostre preoccupazioni non gli sono nascoste e ne ha veramente compassione: soffre con noi, con noi piange! Avendo sperimentato e attraversato la sofferenza e la morte fino in fondo, può veramente aiutarci a percorrere lo stesso cammino, per arrivare a gustare il frutto buono della Pasqua. È questo lo “scandalo cristiano”, difficile e faticoso da accettare e da comprendere! Preferiremmo, infatti, un Dio che, con un colpo di bacchetta, eliminasse il dolore dalla faccia della terra! Invece niente di tutto questo! Il Dio che Gesù ci ha fatto conoscere non ci anestetizza dalla sofferenza, ma ci rivela la via per vincerla, così che il pianto e la tristezza non siano l’ultima parola.

ANCHE DIO PIANGE. CON NOI

Egli ci insegna a non spiritualizzare il nostro dolore e a non negarlo; col suo esempio e con il suo aiuto ci invita a non rimuovere la drammaticità della Croce e a portala, con coraggio, forti della fedeltà del Padre. Anche per noi, anche per lei, cara Alice, il Calvario percorso da Gesù può rivelarsi la via maestra, l’unica via che conduce alla vittoria pasquale. Lasciamo allora che l’annuncio della Pasqua tocchi il nostro cuore: “Alzati, Alice! Non lasciarti rubare la speranza! Io sono vicino a te, sempre! Anche se devi passare nel crogiuolo della tribolazione, io sono con te e con i tuoi cari. Io ti prendo per mano e lo attraverso con te”. Nella drammaticità delle nostre esistenze sia questo l’annuncio della Pasqua, balsamo per il cuore, luce per la mente, vigore per le membra.