Don Daniele Carminati: “un uragano di idee, difficile tenerlo a freno”

Chi è don Daniele Carminati? Come farlo conoscere utilizzando solo poche righe? Volendo potremmo cominciare a raccontare tanti di quegli aneddoti da scrivere un libro: e sarebbe anche parecchio lungo. Per conoscere e capire don Daniele e quanto la sua comunità gli sia legata basterebbe passare in questi giorni da Filago. Anche ai più distratti balzerebbe sicuramente all’occhio che ci sono le strade con tutte le case addobbate a festa. Sì è vero ma succede in tutti i paesi. Con uno sguardo un pochino più attento, però, si può vedere l’intensità e l’entusiasmo delle centinaia di persone impegnate nei preparativi. Sembra quasi di essere finiti in un formicaio: un lavoro frenetico ma razionale per far sì che per sabato tutto sia pronto. Ognuno sa quale è il suo compito e si impegna al massimo per realizzarlo.
Tutto questo entusiasmo dice non solo di quanto la sua comunità gli voglia bene e gli sia vicina, ma è anche un segno di riconoscimento per tutto quello che ha fatto prima di entrare in seminario. Sì perchè prima di iniziare gli studi di teologia Daniele era impegnato in parrocchia. Ha iniziato come chierichetto e poi… non si è più fermato. Dove passava sembrava che fosse passato un uragano: tantissime idee sempre nuove, voglia di lavorare immensa, capacità di creare gruppo, di mettersi in gioco e poi sempre immancabilmente un sorriso e una parola per tutti.
La nostra comunità è particolarmente grata al Signore perchè ha fatto proprio a noi questa Grazia ed è venuto nel nostro piccolo paese a cercare gli operai per la sua Messe.

Le parole che arrivano dagli amici più cari sono sempre le più vere. Ed è così che i cari amici di Filago raccontano il loro cammino con don Daniele e i frutti che il suo esserci per la comunità ha generato.

Un cammino che si realizza nella gratitudine per una grazia ricevuta. Non per nulla l’immagine scelta da don Daniele per la sua ordinazione è un simbolo che, con grande forza, racconta questa riconoscenza. Si tratta dell’unica immagine presente nell’abbazia di San Vittore delle Chiese (AN), il simbolo dell’infinito inciso nella pietra. Simbolo di qualcosa di grande, sconfinato e smisurato, che viene ad abitare, che prende corpo nella fragile materia e la rende bella. Simbolo della grazia del dono sacerdotale che Daniele riceve.
“Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza” (2 Cor 12,9)

Daniele ha 26 anni ed è di Filago. Come ricordano i genitori “Daniele da piccolo era tranquillo, responsabile, come tanti della sua età, gli piaceva giocare senza avere un divertimento preferito. A volte “imitava il prete” ma noi non gli abbiamo mai dato importanza poiché era un gioco comune ad altri bambini”. La sua infanzia è trascorsa tra Filago e Gromlongo, dove spesso la famiglia si recava a casa dei nonni, e dove Daniele amava accudire insieme al nonno gli animali, come galline conigli e mucche. Sin da piccolo si dimostra anche appassionato allo sport praticando prima il nuoto, poi il calcio e infine la pallavolo militando in una squadra della zona con discreti risultati fino all’entrata in seminario.
È già in V elementare che Daniele inizia a pensare che quella del Seminario potrebbe essere la sua strada, chiedendo ai genitori di partecipare agli incontri organizzati dal Seminario per la scelta della scuola media, decidendo poi di frequentare quella statale a Chignolo d’Isola.

È mentre ancora sta frequentando l’istituto Quarenghi per geometri, in IV superiore, che questa ipotesi rientra nelle idee di Daniele. “Eravamo un po’ meravigliati del fatto che continuasse a fare il chierichetto con entusiasmo e passione e fosse sempre disponibile in oratorio pur avendo raggiunto la maggiore età, ma nonostante ciò non avremmo mai immaginato un suo ingresso in seminario. Don Michele, allora seminarista, sapendo che a Daniele piaceva partecipare alle celebrazioni solenni, lo invitò ad una ordinazione sacerdotale. In quell’occasione conobbe don Davide Pelucchi, responsabile della Scuola Vocazioni Giovanili (ora vicario generale), il quale lo invitò a pensare alla possibilità di entrare in seminario e da quel momento iniziarono a cambiare i progetti di Daniele”, raccontano ancora i genitori.
Ed è infatti da allora che Daniele decide di verificare qual è la sua vocazione, iniziando così a frequentare l’SVG, entrandovi stabilmente dopo un anno di discernimento, per integrare le materie non presenti negli studi delle scuole superiori.
“Il distacco, per noi non è stato facile soprattutto nei primi tempi, non vederlo a cena, a colazione, al ritorno dalla scuola, ci mancava il contatto quotidiano, il dover imparare a festeggiare la festa della mamma o del papà senza di lui… Lentamente ci siamo “abituati”, i responsabili del Seminario ci hanno aiutato nella fase di distacco perché è stato graduale, lento e continuo e tutte le nostre preoccupazioni sono diventate pian piano gioia con e per lui”.
Un distacco che in ogni caso non ha mai impedito di far sentire la sua presenza nella comunità di Filago, comunità che ricorda con affetto quanto Daniele si sia speso per essa. “Don Daniele lo abbiamo conosciuto per il suo distintivo lavoro dedito al servizio in parrocchia e in oratorio, a fianco e in mezzo ai giovani e ai giovanissimi con il suo inconfondibile stile, silenzioso e discreto ma sempre attento e tempestivo, ricco di saggezza e di una parola buona e appropriata per tutti”, sottolinea il sindaco Massimo Zonca, mentre gli animatori conservano nel cuore il ricordo della sua grande allegria e dell’energia messa in tutte le cose: “Sono tante le attività che don Daniele e noi animatori ci siamo inventati e abbiamo organizzato. Non era certo semplice poter anche solo pensare di arginare quel vulcano di idee che era ed è tutt’oggi don Daniele. Le fotografie stesse che abbiamo scorso più e più volte lo ritraggono in una miriade di attività diverse, con i ruoli più disparati, sempre fra il semi-serio e il faceto”.