Alla conquista del web. Scopriamo il mondo di Google Plus

Voce del verbo #smarmellare. Smarme-che? Un termine simpatico (scommettiamo che tra qualche anno lo troveremo anche sul Devoto-Oli?). Vuol dire disseminare ad arte i contenuti sui social network, in modo che si diffondano il più possibile. Uno degli slogan preferiti dei “guru” del web in generale e del social marketing in particolare è “Content is the king, distribution is King Kong” che tradotto in italiano in modo letterale non vuol dire niente, ma il senso è: il punto di partenza di qualunque comunicazione sul web è un bel contenuto, ma se non sei capace di diffonderlo e di comunicarlo, è del tutto inutile.
E il web è come un castello pieno di stanze da esplorare, di enigmi, di misteri: magari grandi stanze, saloni da ballo giganteschi come Facebook e Twitter. Nessuno però potendo esplorare un castello si accontenterebbe di restare per sempre in una stanza o due (non so perché, ma mi viene in mente la fiaba di Barbablu), perciò è necessario cercare le chiavi per aprirne altre, per esempio Google Plus. Ecco il motivo ispiratore della nostra chiacchierata con Salvatore Russo, marketing manager di 6sicuro.it, esperto in web marketing, social media, comunicazione, adwords, SEO e Google Plus, autore del volume “Scopri Google Plus e conquista il mondo” (Dario Flaccovio editore). E’ un manuale agile, diretto e divertente (un assaggio su www.salvatore-russo.it), che si rivolge a tutti, e che parte dall’illustrazione della “filosofia” del social network: “Capita quella – spiega Salvatore – il resto viene da sé”. E’ una specie di dress code: per evitare l’imbarazzo di trovarsi al tavolo di un ristorante elegante con i calzoncini da spiaggia.
Come mai ha deciso di scrivere un libro su Google plus?
“Lavoro come responsabile marketing e fa parte del mio compito studiare tutti i canali a disposizione dell’azienda. Su altri c’è già una certa bibliografia. Su Google Plus invece nessuno aveva ancora scritto. Perciò quando me l’hanno proposto ho accettato volentieri”.
Quanto è importante essere presenti sui social network? Perché più di uno?
“Se parliamo di aziende, all’inizio era difficile portarle sui social. Passata l’iniziale diffidenza, c’è stata una fase di euforia: tutti pronti e armati. E poi, ecco lo sconforto quando si è visto che da questi canali non arrivavano gli attesi ritorni economici. Adesso siamo in una fase più matura: tutti i soggetti che usano i social hanno capito che sono preziosi, che possono essere utilizzati per confrontarsi, per approfondire argomenti, per far circolare idee. Nel frattempo i social sono diventati molti e sta crescendo la consapevolezza che non sono tutti uguali, non si possono usare tutti nello stesso modo, non tutti sono adatti alla stessa attività. Per esempio su Pinterest e Instagram sono più importanti le fotografie, Facebook è un canale più utilizzato per il tempo libero”.
E Google Plus?
“Prima di tutto offre la possibilità di ottenere una notevole visibilità. Molti confondono quello che si fa su Google Plus con il Seo (cioè l’indicizzazione dei contenuti, ciò che li posiziona più o meno in alto nei motori di ricerca). La presenza su questo social network invece non dà vantaggi nella ricerca organica, però influenza i risultati di google delle persone che appartengono alle stesse “cerchie”. E poi Google Plus è strettamente legato a tutti gli altri servizi di Google”.
Come funziona, come si usa?
“Alcuni semplicemente riversano i contenuti dei loro siti o dei loro blog su Google Plus. Non è un buon sistema, non garantisce nessun ritorno né in termini di immagine né di interazione. Un esempio: oggi stavo leggendo la pagina di Repubblica. La maggior parte dei post era priva di condivisioni, e pochissimi avevano dei “+1″ che sono un modo per segnalare i contenuti interessanti. Alcuni, invece, in controtendenza, erano ricchi di condivisioni e di commenti: osservandoli, avevano tutti la stessa struttura. Erano composti da un testo, da un’immagine e da una domanda”.
Evitare errori di comunicazione non sembra facile, come si fa?
Ecco, per capire bene come funziona questo social network il primo consiglio è quello di osservare, leggere, studiare cosa fanno gli altri. Molti influencer (cioè leader di opinione) che avevano grande successo su altre piattaforme su questa sono crollati. All’inizio anch’io sbagliavo. Google Plus premia le interazioni. Così prima di scrivere ho iniziato a leggere i contenuti degli altri, a commentare, a condividere. E ho capito come dovevo muovermi. E ha funzionato”.
Su Google Plus non ci sono amicizie ma cerchie, cosa sono e come funzionano?
“La cerchia alla fine corrisponde a una categoria in cui inserire le persone che si seguono. Si crea quello che in gergo marketing si chiama Crm (Customer relationship management, gestione delle relazioni col cliente), cioè il rapporto con il proprio pubblico, per capire con chi si ha a che fare. Per esempio: io ho creato una cerchia in cui inserisco chiunque commenti un mio articolo. Poi ne ho create altre a seconda dei diversi argomenti di cui mi occupo. Questa organizzazione dei contatti mi permette di dirigere i contenuti che produco alle persone a cui interessano. La conversazione ha un grande potere, e se lo si utilizza male può diventare un boomerang. Allo stesso modo se le cerchie non sono divise in modo efficace o sono troppo ampie alcune funzioni del social network vengono disattivate. Ma questi sono problemi che riguardano gli utenti più esperti (e professionali)”.
Si è parlato di monopolio a proposito di Facebook e Whatsapp, ma anche Google non scherza…
“Infatti più che di social network si può parlare di social layer. Google Plus è all’interno di tutti i prodotti di google, con i quali ha stretti collegamenti, quindi anche di Youtube, al terzo posto nella classifica generale secondo audiweb come numero di utenti subito dopo Facebook e Whatsapp. E’ legato anche a gmail. Moltissimi utenti stanno usando gli hangout, cioè la possibilità di collegarsi con chat e videochiamate all’interno della piattaforma, un’implementazione di google plus”.
Anche Google Plus permette di misurare i propri risultati, come Facebook e Twitter?
“Da poco è stata rilasciata l’app google my business che contiene diversi report, e nella nuova versione di Google Analytics (fine 2014, inizio 2015) ci saranno diverse possibilità di integrazione con Google Plus”.