Corea del Sud: l’abbraccio di Papa Francesco alla terra dei martiri

L’abbraccio ai giovani dell’Asia e della Corea; l’incontro con la Chiesa coreana fondata fin dalle sue origini sul laicato e sul martirio; la preghiera per la pace e la riconciliazione in una terra «non pacificata», ferita dalla divisione. Gira attorno a questi tre “motivi” fondamentali il viaggio che Papa Francesco si appresta a fare in Corea del sud dal 13 al 18 agosto. Un viaggio lungo 11 ore di volo e con più di 7 ore di fuso orario di differenza con l’Italia. Si tratta del terzo viaggio internazionale di Papa Bergoglio dopo quelli fatti in Brasile lo scorso anno per la Gmg e quest’anno in Terra Santa.
A presentare temi e programma del viaggio in Vaticano è stato padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa. Era diverso tempo che un Papa non si recava in Asia. L’ultimo fu Giovanni Paolo II quando nel 1999 andò a Nuova Delhi, in India. Per questo motivo – ha spiegato Lombardi – l’Asia ha da sempre rappresentato una “priorità” per Papa Francesco e quando il vescovo di Daejeon, monsignor Lazzaro You, lo ha incontrato a Rio e lo ha invitato ad andare in Corea per la Giornata della Gioventù asiatica, il Papa ha colto l’occasione per “dire sì”. Il Papa è accompagnato oltre che dal Segretario di Stato Pietro Parolin e dal sostituto Angelo Becciu, anche dal cardinale Stanislaw Rylko, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici.
Papa Francesco sarà ospite lungo tutto il suo soggiorno in Corea alla nunziatura. Tutti gli spostamenti avverranno in elicottero. Per la prima volta in questo viaggio internazionale, papa Francesco si cimenterà con la lingua inglese. Saranno quattro i discorsi che pronuncerà in questa lingua e che saranno tradotti simultaneamente: quello alle autorità del governo e della Repubblica, il primo giorno alla Blue House; la preghiera dell’Angelus nel giorno dell’Assunzione allo stadio di Daejeon; il saluto ai giovani al suo primo incontro con loro al santuario di Solmoe e il discorso sempre ai giovani alla messa conclusiva della Giornata della gioventù asiatica domenica 17 agosto. Il resto dei discorsi saranno come sempre pronunciati in italiano con traduzione successiva. La giornata dei giovani – ha sottolineato Lombardi – si presenta “numericamente ridotta” rispetto ai grandi eventi mondiali delle Gmg. Nella diocesi di Daejeon sono attesi 2 mila giovani in rappresentanza di 23 paesi dell’Asia e circa 4 mila giovani coreani per un totale di 6 mila giovani.
Due saranno gli incontri dei giovani con il Papa: il primo si terrà venerdì 15 agosto al Santuario di Solmoe nella diocesi di Daejeon: qui è stata allestita una mega tenda dove i giovani si presenteranno al Papa con una serie di canti e danze e tre testimonianze. A raccontarle saranno i giovani della Cambogia, Hong Kong e Corea. Il secondo incontro è la messa conclusiva della Giornata asiatica nel castello di Haemi, il 17 agosto. Il viaggio in Corea rappresenta per papa Francesco anche un’occasione per incontrare la Chiesa cattolica coreana, «una chiesa – ha detto Lombardi – dinamica» dove rispetto ad altre aeree asiatiche, la minoranza cattolica è non solo “consistente” attestandosi a circa il 10% della popolazione ma anche «in crescita» con 100 mila battesimi ogni anno. Quella coreana è inoltre una Chiesa missionaria che ha dato al mondo tanti missionari, nata non dalla predicazione di sacerdoti stranieri ma da laici coreani. E’ infine una Chiesa fondata sul martirio: «per un secolo – ha ricordato il direttore della sala stampa – i cristiani furono martirizzati perché considerati in una posizione non coerente con il sistema sociale e culturale della Corea di quel tempo».
Mentre Giovanni Paolo II nel suo viaggio in Corea del Sud canonizzò 103 martiri coreani che facevano parte della seconda/terza generazione, papa Francesco ne beatificherà 124 e fanno parte della prima generazione. Molti sono addirittura genitori e parenti dei santi canonizzati da papa Wojtyla. Papa Francesco con questo atto intendere “riconoscere il valore del martirio” e rendere omaggio ai “padri fondatori” della chiesa cattolica coreana. Il papa incontrerà subito il primo giorno i 35 vescovi coreani della conferenza episcopale e domenica 17 agosto i circa 90 vescovi asiatici presenti a Daejeon. Altro tema “caldo” di questo viaggio è di nuovo il tema della pace e della riconciliazione. «La Corea – fa notare Lombardi – è un paese diviso che vive tutte le conseguenze di questa divisione. E’ quindi un Paese non pacificato che vive in una situazione più di armistizio che di pace».