Chiesa: dall’edificio al mistero che vi si celebra. Festa della Dedicazione di san Giovanni in Laterano

Immagine: Giuseppe Orelli, secolo XVII, Gesù caccia i mercanti dal tempio, Chiesa di San Pietro, Scanzorosciate

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.  Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete.  Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!» (Per leggere i testi di domenica 9 novembre, festa della dedicazione della basilica di san Giovanni in Laterano, clicca qui)

Il 9 novembre è la festa della dedicazione – cioè della consacrazione – della basilica di san Giovanni in Laterano, chiesa cattedrale della diocesi di Roma, la diocesi del Papa. Trattandosi della cattedrale di Roma, la Chiesa che, come dice s. Ignazio di Antiochia, “presiede nella carità”, la festa della sua dedicazione si celebra solennemente in tutta la Chiesa.

LO “ZELO” SPETTACOLARE DI GESÙ

«Lo zelo per la tua casa mi divorerà». È una frase biblica che Giovanni cita per “giustificare” il gesto spettacolare di Gesù che caccia i venditori dal tempio. È un gesto spettacolare per gli ebrei che vi assistono, ma anche per noi. Che cosa vuole dirci Gesù oggi soprattutto quando ricordiamo la consacrazione della prima chiesa cristiana d’Occidente?
Gesù arriva dunque nel recinto più esterno del tempio, dove potevano entrare anche i pagani. Qui si vendono gli animali che servono per i sacrifici. Sono presenti anche i cambiavalute, i quali cambiano le monete romane con delle monete locali. Il cambio è necessario perché le monete romane portano l’immagine dell’imperatore. Ora le leggi ebraiche proibiscono severamente di introdurre nel tempio – nei cortili interni, oltre il cortile dei pagani dove si trovano, appunto, i cambiavalute – qualsiasi immagine, tanto meno quella dell’imperatore. Quindi chi vuole comperare degli animali per offrirli in sacrificio e ha delle monete romane, deve cambiarle con altre monete che non portano l’immagine dell’imperatore.
Gesù, dunque, con un gesto clamoroso, spettacolare, rovescia i banchi e caccia vita tutti perché, come i grandi profeti, vuole rinnovare lo spirito della fede dei padri. Proprio per questa fedeltà ai grandi valori della tradizione ebraica viene citato il salmo 69: «lo zelo della tua casa mi divorerà».

IL NUOVO TEMPIO

I giudei lo contestano e chiedono un segno. È il tipico atteggiamento di chi non crede e vuole “controllare” la verità di quello che Gesù fa e dice. Gesù risponde alla provocazione con un’altra provocazione ancora più scandalosa: “Distruggete questo tempio, dice, e in tre giorni lo farò risorgere”. I contemporanei di Gesù erano convinti che, con l’arrivo del Messia, si sarebbe avuto un nuovo tempio. L’evangelista sa che Gesù è risorto e che il corpo di Gesù è il nuovo tempio: è un tempio che si distrugge (morte) e si ricostruisce (resurrezione) in tre giorni. È evidente che i giudei, che non hanno capito prima, ancora meno capiscono adesso. Lo capiscono soltanto, ma dopo la risurrezione, i suoi discepoli.

LA CHIESA – CASA

Dunque, oggi siamo invitati a partire dalla immagine familiare della chiesa, della chiesa con la “c” minuscola: l’edificio, la “nostra” chiesa, la casa della comunità. Una comunità viva, in effetti, ha bisogno della sua casa. Perché proprio di una casa? Ma perché siamo un popolo, la famiglia di Dio. Non siamo fatti di anime, ma di corpi vivi che si incontrano. Corpo vivo è tutto ciò che fa la tessitura concreta della vita di un uomo e di una donna e questa tessitura entra a costruire questa famiglia particolare che è la Chiesa e questa famiglia ha bisogno, appunto, di una casa.
Per tutto questo la chiesa edificio diventa preziosa. È lo spazio nel quale Dio ci convoca e dove noi, convocati da lui, lo incontriamo e dove, incontrando lui, ci incontriamo tra di noi.
Ma intuiamo facilmente, allora, che parlare dell’edificio chiesa significa immediatamente parlare del mistero della Chiesa che in quell’edificio innalza le sua lodi al Signore e celebra i “misteri dell’Amore”.