Papa Francesco e le donne

Le donne “portano la vita e ci trasmettono la capacità di vedere oltre, capire il mondo con occhi diversi, un cuore più creativo, paziente, tenero”. Così ha detto il Papa domenica scorsa. Tu donna e monaca che cosa puoi dire di questo “oltre” che voi sapete vedere e che costituisce il vostro più straordinario contributo alla Chiesa? Anna.

LA DONNA GENERA

L’affermazione del papa è molto bella, rivela l’apprezzamento al mondo femminile che lui, e gli ultimi pontefici, hanno espresso in molti pronunciamenti. E di questo rendo grazie. Infatti, la donna è portatrice di ricchezza e sensibilità proprie, di un approccio alla vita e alla storia peculiari al suo essere, alla sua sensibilità, affettività, intelligenza, intuito. La sua stessa fisicità, ritmata dai cicli biologici della vita, porta inscritto lo scorrere del tempo che diviene attesa, pazienza, accoglienza, fecondità. L’essere strutturalmente create per generare alla vita non può non declinarsi in una sensibilità che sa preparare una “ casa” fisica o spirituale, un luogo ospitale fatto di interiorità, accoglienza e prossimità. La donna è fatta per generare: genera figli nella carne o nello spirito, conosce nel proprio essere il grido della vita che nasce in ogni stagione, che chiede spazio per effondersi e intessere nel quotidiano il frutto maturo di un dono che restituisce soffio vitale. Il legame stretto con la vita la porta a custodirla, promuoverla, curarla, trascenderla, a potenziare tutte quelle energie spirituali, morali, creative che la rendono dono, bellezza che si diffonde nel mondo. Essa sa scorgere la potenza nella debolezza, la sapienza nella stoltezza, la parola nel silenzio …

GUARDARE IL MONDO SEMPLIFICANDOLO

Qualcuno ha affermato che “ la mano che spinge la culla sostiene il mondo”. Questo non per depauperare il contributo maschile alla vita, ma per ricondurre entrambi all’origine della propria chiamata. La scrittura racconta che Dio creò l’uomo, maschio e femmina. Come a dire che la pienezza della vita sta nella comunione della diversità. Esiste un approccio tipico alla realtà, al senso di Dio, nelle donne. Esse riescono a recuperare la spinta vitale dei vari fenomeni umani nel livello germinale, cosa che gli uomini faticano a raggiungere. Gli uomini sono più portati a teorizzare, razionalizzare; le donne a capire e agire, a guardare il mondo semplificandolo, portandolo all’essenziale. E l’essenziale è invisibile agli occhi perché non si vede bene che con il cuore, e solo l’amore lo può cogliere. Un amore che la donna sa vivere anche quando ha i tratti del dolore, dell’offerta; quando la vita si trasforma in lotta tra il bene e il male, tra la resistenza e la resa, quando chiede fedeltà e perseveranza. Essa sa scorgere, quando il vivere porta in sé i tratti del morire, la luce dell’oltre che è promessa di vita piena.

LE DONNE HANNO INTUITO I BISOGNI DELL’UMANITÀ

La storia della Chiesa è ricca di figure femminili che hanno portato il loro contributo di spiritualità, esemplarità, riflessione e santità, arricchendola di carismi suscitati dallo Spirito. Esse hanno intuito i bisogni dell’umanità del loro tempo, le sofferenze e le ferite causate dal potere e dall’egoismo dei potenti, e hanno risposto con una vita donata senza riserve e con la progettazione di opere a favore dei poveri, anticipando l’intervento sociale. Quando la donna si lascia illuminare dallo Spirito ed è fedele a sé stessa, sa immettere nel mondo zampilli di speranza, diviene strumento di umanizzazione, pone gesti rivoluzionari di riconciliazione e pace. Nella Chiesa essa può assumere una diaconia più creativa, non solo nell’ambito del servizio, ma anche in quello dello studio teologico biblico, per arricchirla del contributo di riflessione femminile. In un tempo in cui la sete di spiritualità viene ricercata nelle forme più diverse e svariate che il mondo propone, alla donna credente è chiesta l’audacia di un cammino di fede adulto , di una profonda vita spirituale, per rendere ragione della speranza che la abita, per divenire madre che accompagna e genera alla vita dello Spirito e all’incontro con il Cristo vivente.

ESSERE FEDELI A SE STESSE

La sfida che attende oggi come ieri le donne è molto alta; essere fedeli a sé stesse! Continuino ad essere in ascolto della vita, alle proprie inclinazioni e ai propri valori, vincendo la tentazione di fare le stesse cose che fanno gli uomini. Portino il loro genio femminile dove l’obbedienza alla storia le pone, dentro le vocazioni alle quali sono chiamate, nella docilità allo Spirito che continua a fare nuove tutte le cose. Portino il lievito della sapienza, bellezza, intelligenza, bontà, creatività nella pasta del mondo, perché contribuiscano alla sua umanizzazione e spiritualizzazione. Continuino a spendersi senza riserve, donando tutte sé stesse, cantando il Magnificat per le grandi cose che l’onnipotente in loro e attraverso loro, continua a compiere nel mondo.