CL e don Carrara. Il Parroco di Belsito ci scrive

Foto: don Giussani, il fondatore di Comunione e Liberazione

I media, proprio perché mezzi comunicazione sociale, non potevano esimersi dal parlare del discorso del Papa a CL e l’han fatto con i commenti più diversi. E il nostro santalessandro.org non poteva mancare. Possiamo dire che l’editoriale del Direttore don Carrara era dovuto.

Ovviamente ha scritto quello che pensa lui e, siccome non è parente del Papa, neanche alla lontana, non l’ha minimamente sfiorato la pretesa dell’infallibilità. Quindi, oltre alla possibilità di essere applaudito, metteva di certo nel preventivo anche quella di essere discusso e perfino contestato.

D’ACCORDO QUASI SU TUTTO

Per quanto mi riguarda, di quello che ha scritto don Carrara su CL condivido sostanzialmente innanzi tutto ciò che si riferisce al modo di collocarsi di questo movimento nei confronti della Chiesa e in particolare delle parrocchie. Poi anch’io, come lui, ho delle perplessità circa il loro modo di porsi nel campo della politica e della cultura. Certo hanno avuto e hanno dei grossi meriti nel non aver mai avuto paura del confronto con l’aggressività del laicismo imperante nella società. Il Papa stesso glieli riconosce  Ma in questo lodevole impegno per un cristianesimo combattivo dettero qualche segno abbastanza evidente di un certo manicheismo (tutto bene da una parte [la loro] e tutto male dall’altra) e di una sempre più convinta pretesa di unicità (nessuno come noi).

ONGIS E L’ECO DI BERGAMO

Nel suo editoriale, don Carrara si toglie evidentemente qualche sassolino dalla scarpa. Ma io, a riguardo di questa parte non ho conoscenze sufficienti per fare valutazioni. Personalmente non avrei nominato espressamente, come ha fatto lui, l’ex direttore de L’Eco,  dott. Ongis. Ricordo che, non so esattamente se appena prima o appena dopo la sua nomina, in un incontro con i preti del Vicariato in cui mi trovavo, io stesso gli espressi il timore che, essendo egli di CL, potesse come tale  condizionare la linea del giornale. Egli non negò la sua appartenenza al movimento di don Giussani, ma disse anche che, pur senza rinnegarla, si sentiva capace di stare super partes. Io gli credetti. E, sarà perché sono daltonico e credo anche un po’ miope, non ebbi modo di trovare con lui la linea del giornale particolarmente fuori bilancia. Questo, forse sempre per i difetti visivi di cui sopra, mi succede anche adesso, mi è sempre successo: non vedo la linea e mi sfuggono le nuances dei colori.

I NERVI SCOPERTI

Ho visto che all’editoriale di don Carrara è seguito un serrato dibattito, in cui si sono distinti particolarmente Achille Cattaneo e lo stesso don Carrara. Cattaneo, rivolgendosi al nostro direttore parla di nervi scoperti e di posizioni stizzite. A me è venuto un po’ da ridere. Don Carrara lo conosciamo tutti: è il primo a riconoscere che i soli esseri senza nervi scoperti sono le statue, per cui, per nascondere i suoi, fa solo gli sforzi più indispensabili. Ma da parte sua il Cattaneo, nei suoi due interventi rivela a sua volta più di un filino di stizza e un bel fascio di nervi scoperti, che l’hanno portato ad allusioni sul direttore di marca assolutamente non bella. Mettiamola così: quel genere di affermazioni allusive, per me, sono una sottomarca ipocrita della correttezza.