Le attese sul sinodo. Il parroco di Belsito e la sua lista di 22 problemi del matrimonio… e non sono tutti

Il Sinodo dei Vescovi sulla famiglia si sta avviando verso la sessione conclusiva che avrà luogo nel prossimo mese di settembre. Le attese sono tante e disparate. Il Papa, in un’intervista a una giornalista messicana, è arrivato a definirle SMODATE. Nientemeno!

L’osservazione più elementare, ma più necessaria da fare, (pure già anticipata dal Papa, ricordo, rispondendo ad un giornalista durante un viaggio in aereo) è che il Sinodo non è voluto per discutere il problema della comunione ai divorziati. È un Sinodo sulla famiglia e su tutti i suoi problemi; si discuterà anche del problema dell’ammissione o meno dei divorziati ai sacramenti, ma quello è uno dei tanti problemi della pastorale familiare e, benché molto doloroso, non è neanche il più grosso.

LA SFIDE DI OGGI ALLA FAMIGLIA CRISTIANA

Le sfide a cui la famiglia oggi deve far fronte sono molte e molto insidiose. Io e il parroco di Belsito, studiando i documenti, ne abbiamo evidenziato un non piccolo elenco: 1) La definizione stessa di famiglia; 2) Il rapporto tra famiglia e matrimonio; 3) l’indissolubilità del matrimonio; 4) L’armonia di coppia e problemi connessi; 5) la donna nella famiglia; 6) famiglia e genitorialità; 7) l’educazione dei figli; 8) famiglia e individualismo etico oggi imperversante; 9) famiglia e lutti (vedovanza, orfanezza…); 10) famiglia e anziani, malati, handicappati; 11) famiglia e lavoro; 12) famiglia e casa; 13) famiglia e crisi economica; 14) famiglia e tempo libero; 15) famiglia e guerra; 16) famiglia ed emigrazione, per ragioni di lavoro o per rifugio politico; 17) famiglia e stati (costituzioni, codici e leggi varie); 18) matrimonio cristiano e divorzio; 20) La convivenza tra cristiani; 21) famiglia e sue contraffazioni (gay, gender…); 22) la preparazione al matrimonio cristiano…

La vastità e la complessità del compito dei Padri Sinodali sono evidenti, tanto più se si pensa che essi non avranno di fronte solo la situazione italiana, ma quella di tutto il mondo. Una semplicistica faciloneria in materia è quindi completamente fuori luogo.

IL PROBLEMA È COME AFFRONTARE LE SFIDE

Da tener presente, in vista della seconda fase del Sinodo è pure il “taglio” che avranno le discussioni. Non si tratterà di ribadire la dottrina dogmatica e morale della Chiesa sul matrimonio, ma di cercare le linee pastorali più adatte per rispondere alle sfide di cui sopra alla luce della dottrina della Chiesa. Ci eravamo già detti io e l’amico di Belsito che il problema del Sinodo è un po’ lo stesso del Concilio Vaticano II. Nel discorso inaugurale Papa Giovanni aveva ribadito con notevole insistenza che: “Il nostro lavoro non consiste, come scopo primario,nel discutere alcuni dei principali temi della dottrina ecclesiastica, e così richiamare più dettagliatamente quello che i Padri e i teologi antichi e moderni hanno insegnato… Per intavolare soltanto simili discussioni non era necessario indire un Concilio Ecumenico. Al presente invece bisogna.. che questa dottrina certa ed immutabile, alla quale si deve prestare un assenso fedele, sia approfondita ed esposta secondo quanto è richiesto dai nostri tempi“. Ciò, come si diceva, vale anche per il Sinodo.

IL PROBLEMA NON È DI TIPO DOGMATICO MA PASTORALE

In parole povere: alla luce del Vangelo e della Tradizione, qual è la valutazione della situazione della famiglia nel contesto di oggi e soprattutto qual è l’azione pastorale da impostare per far fronte alle sfide che la famiglia cristiana deve affrontare in questi nostri tempi?

Per farsi un’idea di questo intento, basti vedere, a mo’ di esempio, alcune domande del questionario inviato ai Vescovi, alle parrocchie, ai gruppi, ai centri culturali in vista della sessione conclusiva.

[20. Come aiutare a capire che nessuno è escluso dalla misericordia di Dio e come esprimere questa verità nell’azione pastorale della Chiesa verso le famiglie, in particolare quelle ferite e fragili?

21. Come possono i fedeli mostrare nei confronti delle persone non ancora giunte alla piena comprensione del dono di amore di Cristo, una attitudine di accoglienza e accompagnamento fiducioso, senza mai rinunciare all’annuncio delle esigenze del Vangelo?

22. Che cosa è possibile fare perché nelle varie forme di unione – in cui si possono riscontrare valori umani – l’uomo e la donna avvertano il rispetto, la fiducia e l’incoraggiamento a crescere nel bene da parte della Chiesa e siano aiutati a giungere alla pienezza del matrimonio cristiano?].

QUELLO CHE NON CI SI PUÒ ATTENDERE DAL SINODO

Togliamoci comunque dalla testa che il Sinodo sia riunito per fare la conta dei favorevoli e dei contrari alla comunione ai divorziati, a prescindere. Alcune cose nel campo della fede, come l’indissolubilità del matrimonio cristiano, non si possono mettere ai voti. (È pensabile, ad esempio, che si mettano ai voti i comandamenti? Quali ci teniamo e quali depenniamo perché “superati”?).

Il problema è invece come aiutare a conoscere bene il dettato, il senso e il valore di tutti i comandamenti; come aiutare ad accoglierli non come imposizioni cervellotica, ma come proposte del Signore per avere “lunga vita sulla terra”; in che modo allenarsi ad attuarli; e poi come aiutare chi “cade” a rialzarsi e a riprendere il giusto del cammino.

Impostiamo così anche il tema della santità e dell’indissolubilità del matrimonio nel mondo di oggi e preghiamo, ma davvero, perché i Vescovi col Papa, sostenuti dalla riflessione delle più diverse comunità (grossa novità di questo Sinodo), diano alla Chiesa gli orientamenti di cui ha bisogno.