Da Ambivere, Mapello e Valtrighe a Lampedusa: un viaggio per cambiare prospettiva

Ascolto, disponibilità e responsabilità sono i tre requisiti indispensabili per poter vedere, non solo visitare, la terra oggetto negli ultimi anni di un’altissima attenzione mediatica e che, al contempo, è diventata per molti uomini e donne simbolo di speranza: Lampedusa.

E’ questa la meta del viaggio “Non Vedo Terra” organizzato dalle parrocchie di Ambivere, Mapello e Valtrighe che vedrà un gruppo di 16 persone esplorare e scoprire l’isola tra il 25 Luglio e il 1 Agosto. Una vacanza che può essere considerata “alternativa” e fuori dal comune perché, nonostante la bellezza del luogo, del mare e delle spiagge, il vero obiettivo sarà capire il significato dell’ espressione “emergenza profughi”.

«Il senso del viaggio è incontrare il naturale spirito di accoglienza che si trova a Lampedusa –spiega don Alessandro Nava, parroco di Mapello, che parteciperà all’esperienza-. Quest’anno nelle tre comunità è stato fatto un lavoro di sensibilizzazione a proposito della situazione dei migranti e dei profughi, sia con la Caritas diocesana che con la comunità Ruah; quindi abbiamo scelto di toccare con mano l’esperienza attuale di questo movimento di popoli che approdano sule nostre coste.»

Durante la settimana importantissimi saranno gli incontri con diversi abitanti dell’isola che racconteranno la loro vita a Lampedusa, descrivendone la bellezza e narrando le sue origini, perché come sottolineano gli organizzatori, Lampedusa non è nata con i migranti ma tale realtà è entrata ormai a far parte della sua storia. Essenziale quindi ascoltare le voci di autorità come il sindaco, il parroco e la comunità di Lampedusa, i pescatori, gli operatori della riserva naturale e soprattutto la guardia costiera e le associazioni che lavorano in prima persona nell’accoglienza dei profughi. E’ la ricchezza di questi incontri che ha attirato l’attenzione degli adulti aderenti al viaggio, come spiega uno di loro, Elio Azzolari.

«Ho scelto di partecipare per poter incontrare le persone che stanno vivendo questo momento storico, per capire lo stato d’animo di chi sbarca e conoscere le privazioni attraverso cui sono passati–specifica Elio-. Qui al nord in questo momento ci sono paure e timori ma al sud, a Lampedusa, le persone si sono dovute mettere in gioco in prima persona. Credo che ci siano una sensibilità e un’attenzione certamente superiori alle nostre, non perché tra di noi sia assente ma perché qui si prospettano e si temono solo disastri.»

Certamente, una tale visione, come ha detto Elio Azzolari, non è condivisa da molti, anzi: ci si lascia sopraffare dalla paura.

«Spesso gli adulti e i giovani vivono in un altro mondo e non vogliono affrontare quello vero –sottolinea don Alessandro-. Lampedusa per molti rimane un’isola bellissima, niente di più. Manca un po’ di coscienza su alcune questioni e si fa fatica a non voler rendersi conto di tanti temi. La realtà di Lampedusa continua anche quando la televisione si spegne e la notizia non fa più scalpore. Fortunatamente…»

Già, fortunatamente non solo gli adulti hanno deciso di buttarsi in una vacanza alternativa ma anche un gruppetto di giovani tra i 17 e i 20 anni. Sono loro i veri destinatari del viaggio, nonostante non sia stato facile catturare la loro attenzione.

Melissa Bonasio a Lampedusa ci andrà accompagnata da un’amica. I suoi coetanei le hanno chiesto come mai abbia scelto di buttarsi in un viaggio del genere invece di andare semplicemente al mare, un po’ come fanno tutti. La sua risposta?

«Voglio conoscere e vedere ciò che sta accadendo non solo attraverso le parole e le immagini di un telegiornale. Si parla dei problemi che esistono, ma come funziona in realtà? Durante l’anno ho incontrato alcuni migranti e ho scoperto che molto spesso non raggiungono le nostre coste per trovare un lavoro, ma perché l’Italia è di passaggio: magari vogliono ricongiungersi alle loro famiglie che si trovano in Europa. Sento la necessità di capire e guardare chi prende una scelta di questa portata, di andarsene dal proprio paese rischiando tutto, anche la vita.»

Melissa ha raggiunto un’età importante, 18 anni; un traguardo che le permetterà di essere protagonista in Italia, esprimendo il suo parere. E lei, lo sa benissimo. “So che in futuro sarò chiamata al voto e non voglio lasciarmi trascinare dall’opinione comune o dalle paure: conoscendo potrò capire e così ragionare con la mia testa.”