La “compassione” del samaritano e la forza, audace e femminile, dei suoi gesti

Immagine: Vincent van Gogh, il Buon Samaritano (particolare)

Sta per iniziare l’anno pastorale. Il testo evangelico di riferimento per tutto l’anno sarà la parabola del buon samaritano. I gesti del samaritano mi sono sempre apparsi così dolci e premurosi che mi pare rivelino qualcosa di una tenerezza femminile. Tu cosa ne pensi? Luisa

Cara Luisa, la parabola del buon samaritano si offre a molteplici letture e interpretazioni che arricchiscono la nostra vita.

IL SAMARITANO, MARGINALE ED ESEMPLARE INSIEME

L’evangelista Luca ce la propone, donandoci uno splendido modello da contemplare, imitare e seguire. I gesti che egli compie rimandano a una sensibilità femminile, materna, nelle sue accezioni più belle di dolcezza ma anche di forza, di tenerezza e audacia, di cura e di presa in carico delle situazione che vede. Il samaritano non è un pio osservante, ma un uomo disprezzato dagli altri credenti del suo tempo, un impuro, un reietto, capace però di gesti che creano una frattura col mondo religioso e immettono la novità del vangelo. Quest’uomo incarna quelle caratteristiche tipicamente femminili che in lui non avremmo pensato di trovare, le quali non sono solo buoni sentimenti, ma ci devono condurre a un esperienza di fede.

IL CUORE PATERNO MATERNO DI DIO

Il cuore della narrazione è quel verbo “fu mosso a compassione” che designa l’intensa commozione e pietà da cui fu afferrato il samaritano. In altri passi della scrittura questa parola allude all’immensa tenerezza che Dio prova per ogni uomo. La commozione è un attributo di Dio! Il samaritano ha vissuto nel suo cuore un esperienza misteriosa che l’ha coinvolto nello stesso movimento di misericordia con cui Dio ama gli uomini e li induce a compiere gesti di prossimità. Allora il samaritano rivela qualcosa del volto del nostro Dio, il suo cuore di madre e padre che si fa a noi prossimo. Quanto cammino occorre fare per lasciare le immagini di un Dio potente e vendicatore e convertirsi al volto del vero Dio!

DIO SCENDE NELLA PROFONDITÀ DELLE NOSTRE GERICO

Il Dio di Gesù ci viene incontro, scende nella nostra Gerico, il punto più basso del nostro cuore, dove albergano anche il limite e il peccato, e ci solleva dalla nostra miseria, curandoci con l’olio della salvezza e il vino della letizia della sua presenza; viene a ungere il capo dei poveri alleviando le pene, ridona forza per lottare, apre il cielo alle vie della speranza. Si prende carico di noi come una madre verso i suoi figli perché nessuno si perda. Ama tutti senza differenze, i giusti come i peccatori, i vicini e i lontani, ama di un amore personale e unico. Questa caratteristica divina dell’amore deve plasmare la vita dei credenti; non è il frutto di una riflessione teorica, ma di un evento, l’ incontro con Dio e con il fratello, che sollecita a vedere l’altro nella sua realtà, nel suo bisogno concreto, per farsi a lui prossimo. Si declina nella creatività dell’amore, che ha sempre sfumature nuove capaci di prevenire il bisogno dell’altro.

UN AMORE FUORI MODA E NECESSARIO

In un tempo segnato dal soggettivismo esasperato, dalle molteplici forme di chiusura ed esclusione, dalla violenza, occorre contrastare la globalizzazione dell’indifferenza con la cultura della tenerezza e della compassione, della prossimità e dell’accoglienza. Siamo chiamati a rendere più umano l’ambiente nel quale viviamo, con uno stile di vita che contrasta quello emergente e che rivela i tratti della nostra figliolanza divina, dell’essere fatti a immagine e somiglianza di Dio. Per la nostra diocesi, che si appresta a vivere questo nuovo anno pastorale invitata dal nostro vescovo Francesco a divenire donne e uomini capaci di carità, come singoli e come gruppi, urge la necessità di convertirsi allo stile di Dio, alla ricerca di quelle forme di presenza che si fanno compagnia dei i fratelli che ci vivono accanto. Come il samaritano, usciamo dalla nostra Gerusalemme e scendiamo verso le Gerico del nostro tempo per farci prossimo e fasciare le ferite di quanti incontriamo sulla strada della vita con l’olio e il vino che il nostro cuore compassionevole: lì siamo chiamati a testimoniare l’unico amore a Dio e all’uomo.