L’arma segreta dei catechisti: la passione. Con lo sguardo al futuro, aperti a nuovi linguaggi. Nel segno della Carità

L’arma segreta di un buon catechista? La passione. In un clima sociale e culturale difficile la catechesi (e in particolare quella per l’iniziazione cristiana) resta l’attività alla quale le parrocchie dedicano più energie: un pilastro. E domenica 15 novembre, in Seminario, l’incontro diocesano è l’occasione per ripartire insieme, con le pile cariche e gli occhi aperti. Il filo conduttore è «Ne ebbe compassione», l’immagine guida quella del Buon Samaritano, offerta dalla lettera pastorale del vescovo Francesco «Uomini e donne capaci di carità». «Il tema intende la compassione nel suo significato più bello – spiega don Andrea Mangili, responsabile dell’ufficio catechistico diocesano -: un invito ad appassionarci alle persone che abbiamo di fronte». Per noi l’incontro diventa anche l’occasione per dare uno sguardo alle attività di catechesi che si svolgono nelle parrocchie della diocesi, rivolte ai ragazzi e agli adulti e per raccontare, in questo dossier, alcune esperienze significative che si svolgono a Nembro, Grassobbio e Albino.

L’appuntamento di domenica è alle 15 nel Seminario vescovile di Bergamo. «All’attenzione alla carità – sottolinea don Andrea – uniamo quella ai linguaggi della catechesi, che si allargano ad abbracciare per esempio l’arte e il teatro». Sullo sfondo un passo della lettera del vescovo: «I processi di trasmissione della fede di elaborazione di una cultura fermentata evangelicamente non possono più essere scontati… Ritengo che la Carità e, in questo caso, proprio la Carità pastorale, debba ispirare un’ampia ricerca nel campo del linguaggio, che non consiste semplicemente in una sostituzione di parola: si tratta di comunicare in maniera significativa l’Evangelo e il suo appello alla fede nel contesto della cultura del mondo contemporaneo».

Si comincia con uno spettacolo, «La sosta», scritto e diretto da Umberto Zanoletti e messo in scena da Teatro Minimo in collaborazione con la Caritas di Bergamo. In scena ci sono Mauro Ghilardini, Federico Nava, Antonio Russo, Giovanni Soldani, e con la collaborazione artistica di Manuel Gregna. La storia che viene riproposta è quella della parabola del Buon Samaritano, anche se l’ambientazione è un po’ diversa: di notte, durante un violento temporale, quattro uomini si ritrovano in un’osteria. In sottofondo, instancabile, le notte di una radio. E le loro storie si intrecciano, tra «ansie e preoccupazioni quotidiane, lontani timori e riaccesi pentimenti, consumati come caffè in una serata irreale. Una sosta obbligata e senza tempo che evolve inaspettatamente e trascina i protagonisti in una prospettiva inattesa, aperta a nuovi propositi e speranze rinnovate». La rappresentazione teatrale è lo spunto per ragionare su quanto sia difficile “sporcarsi le mani” con un’attenzione concreta al prossimo nella vita di tutti i giorni, e diventa punto di partenza per ragionare su stili diversi di catechesi, in un cammino che durante l’incontro si fa concreto. «Compiremo un cammino simbolico – spiega don Andrea – dalla chiesa ipogea del Seminario alla Cattedrale -: ci ricorda le strade che ogni giorno percorriamo nel mondo, nelle comunità, piene di incontri e di occasioni per avvicinarsi al prossimo. È idealmente la strada della catechesi». Lungo la strada a ognuno sarà consegnata una benda che ricorda il gesto di compassione del buon samaritano. In Cattedrale poi ci sarà un momento di preghiera, di ascolto del Vangelo e della riflessione del vescovo Francesco, che alla fine dell’incontro darà il mandato ai catechisti.

L’incontro segna l’inizio del lavoro dell’anno, anche se le attività di formazione dell’ufficio catechistico sono già entrate nel vivo: avviati gli incontri per i nuovi catechisti e la scuola diocesana per i catechisti degli adulti, iniziata l’anno scorso, che coinvolge quasi 350 persone. Molti e interessanti gli appuntamenti in programma nei prossimi mesi: tra essi segnaliamo a gennaio e febbraio, in particolare, alcune serate sull’uso catechistico delle parabole della misericordia, e poi una serie di incontri su catechesi e disabilità.