Come accogliere. Accogliere tutti non è possibile e neanche la carità me lo chiede

Foto: “Accoglienza diffusa” e accuse giornalistiche a parrocchie e conventi

I GIORNALISTI FINTI PRETI

Magari non varrebbe molto la pena tornare su un fatto che è soprattutto di cattivo gusto e di pessimo costume. Sto parlando della faccenda del finto giornalista che ha fatto il giro di qualche canonica e di qualche monastero, facendosi passare per un rifugiato. Ha ricevuto dinieghi e ne ha parlato in uno scandalizzato reportage. Ne hanno parlato due nostri lettori in un intervento sul nostro settimanale. Ne parlo anche perché, nei giorni scorsi, l’argomento è stato trattato da alcuni preti della città in una loro riunione. Si sta parlando, infatti, in questi incontri, di “accoglienza diffusa”. Oltre ai quasi 1.400 rifugiati ospitati dalla diocesi, diverse parrocchie hanno iniziato a ospitare piccoli gruppi di immigrati, in collaborazione con la Caritas. Si parla di una quindicina di parrocchie. Altre stanno partendo, con molte difficoltà e con molta fatica. Ma stanno partendo comunque.

CARITÀ A OCCHI  APERTI

L’articolo va preso in considerazione per un motivo semplice e per un motivo di fondo. Il motivo semplice è presto detto. Bisogna vivere sulla luna per pensare che appena arriva una persona alla mia porta sono obbligato ad accoglierla per la notte. Vorrei anche sapere quanti sono disposti a farlo. E contesto vigorosamente che chi non si comporta così manca di carità.

Ma c’è un motivo di fondo. Quale è la buona carità? Molti miei amici hanno deciso di non dare più nulla a chi lava i vetri, a chi suona alla porta, a chi si incontra per strada. Penso di poter dire con tutta tranquillità che questi miei amici non mancano di carità. Al contrario. Soltanto fanno un semplice ragionamento: con gli immensi bisogni che abbiamo di fronte bisogna scegliere. Mai come oggi la carità o è “intelligente” o non è. “Preferisco essere generoso su  progetto preciso. Se mi chiedono di contribuire a mettere in piedi un appartamento per degli immigrati, non mi limiterò certo a dare dieci euro. Se do cento euro per un progetto così, do molto di più di quel tale che dà dieci centesimi a tutti i lavavetri”, mi dice l’amico.

Lo stesso principio andrebbe applicato al problema dell’accoglienza. La carità non sta nell’accogliere sempre tutti. Anche perché non è possibile. Sta nell’accogliere. Uno dei parroci implicati ha fatto notare: abbiamo detto di no al falso profugo ma abbiamo ospitato, nelle nostre strutture, oltre mille persone, variamente bisognose, lo scorso anno.

A PROPOSITO DI GIORNALISMO

A dimostrazione di un fatto, esso pure semplicissimo. Un certo giornalismo non è preoccupato di dire le cose come stanno, ma di dire le cose che fanno impressione. Fa molta impressione dire che i preti non accolgono gli immigrati. È molto più complesso chiedersi perché e soprattutto chiedersi se è proprio vero che non accolgono nessuno.