Da Santa Maria Immacolata delle Grazie a Castione della Presolana una rete di solidarietà intorno ai profughi

Silenziosamente anche nella nostra diocesi sta crescendo l’accoglienza diffusa dei profughi e dei richiedenti asilo, che segue le indicazioni e gli appelli arrivati da Papa Francesco e dal vescovo di Bergamo Francesco Beschi. Sul nostro territorio sono presenti quasi 1.400 persone, provenienti soprattutto dall’Africa Subsahariana e dal Bangladesh. Ci sono già 18 parrocchie impegnate sulle grandi strutture di proprietà della Diocesi e di Comunità religiose, e altre 16 al lavoro nell’accoglienza diffusa, a breve si aggiungeranno altre 8. Quaranta parrocchie hanno chiesto incontri formativi. Come è stato detto all’ultimo consiglio pastorale diocesano, l’accoglienza «è una scelta di Chiesa. Si è chiamati a far crescere tutti e tutta la comunità», senza ovviamente dimenticare l’attenzione e l’impegno verso i poveri della nostra terra. In questo dossier raccontiamo alcune delle prime esperienze avviate. Siamo aperti alle vostre osservazioni e proposte e aggiungeremo nel tempo volentieri le storie di incontro e di integrazione nelle comunità che vorrete segnalarci.

A Castione della Presolana, all’interno di Villa Jesus (struttura messa a disposizione della Parrocchia delle Grazie) sono attualmente ospitati 55 profughi. L’arrivo dei richiedenti asilo nel paese dell’Alta Val Seriana aveva destato una certa preoccupazione nei residenti, ma il desiderio di conoscere (e di conoscersi) ha lentamente allentato il muro di diffidenza iniziale. Un risultato frutto anche dal lavoro (silenzioso e sottotraccia) dei volontari che quotidianamente si occupano della gestione della struttura. E le iniziative di conoscenza reciproca, tra profughi e bergamaschi, hanno contribuito ulteriormente. «Per noi sta andando abbastanza bene, pur essendo lontani fisicamente ci rechiamo pressoché quotidianamente a Castione: i volontari della parrocchia ci danno una grossa mano in questo senso – ha sottolineato monsignor Valentino Ottolini, parroco della Chiesa di Santa Maria delle Grazie – e per il giorno dell’Epifania abbiamo pensato di accoglierli in parrocchia e trascorreranno la giornata con noi, condividendo la Messa e successivamente il pranzo con le famiglie. Il tutto inframezzato da un momento di scambio, di confronto, per conversare direttamente con loro. Dal lato organizzativo si è creata una collaborazione con la parrocchia di Castione per avviare alcune iniziative: insieme abbiamo cercato di affrontare il problema del rapporto con la popolazione locale, che inizialmente aveva un atteggiamento non troppo favorevole alla loro presenza. Oggi le cose sono cambiate ed è stato creato anche un apposito Comitato per l’accoglienza, con cui collaboriamo. La domenica prima di Natale i profughi sono stati infatti accolti, a due a due, dalle famiglie di Castione: un segnale importante, che denota un cambio di atteggiamento non di poco conto. Parallelamente prosegue il nostro impegno diretto, dei nostri volontari, che si alternano per seguire direttamente la struttura di Villa Jesus. Non abbiamo infatti dato una struttura e poi ce ne siamo disinteressati, ma ci siamo messi a disposizione per un’accoglienza che cerca di educare. È un percorso non semplice, né facile: il problema attuale riguarda le prospettive occupazionale da dar loro nel tempo, in modo che non restino inattive. Su questo punto specifico stiamo lavorando con la Caritas, la parrocchia e il comune di Castione». Stefano Scovenna, educatore della comunità Ruah, è il coordinatore dell’equipe che si occupa delle gestione dei profughi ospitati a Villa Jesus. «I ragazzi vengono accompagnati in un percorso di alfabetizzazione, con laboratori pratici di creta e manipolazione, oltre che di riciclo di materiali usati. Con altri centri dovrebbe partire tra poco un percorso che vedrà alcuni migranti impegnati in attività di volontariato e lavori socialmente utili sul territorio. Li seguiamo inoltre per le pratiche burocratiche necessarie per i documenti. Per quanto riguarda il rapporto diretto con i profughi, molti hanno avuto esperienza di fede molto forti e molti di loro dicono di voler cambiare la loro vita. La difficoltà che incontrano è legata alle logiche culturali e alle regole del nostro paese, che sono completamente diverse da quelle a cui erano abituati nei rispettivi paesi di origine: stiamo lavorando molto su questo aspetto, per dar loro la possibilità di integrarsi nella nostra società».

L’immagine di apertura del post è di ©Sara Gambarelli ed è stata scelta per il suo valore simbolico , non riguarda l’accoglienza di Castione della Presolana.