Botero e la Passione: «Ho voluto rappresentare Gesù come un uomo oltraggiato e torturato»

«Ho voluto rappresentare un uomo oltraggiato e torturato più che una divinità offesa». Ed è infatti un uomo ferito, assalito, menato, offeso da antichi romani, poliziotti moderni e aguzzini in divisa militare, quello che ritrae Fernando Botero per rappresentare la più grande tragedia della storia dell’umanità che rivive nel ciclo di opere “Via Crucis. La Passione di Cristo” realizzate dall’artista colombiano tra il 2010 e il 2011.

Ventisette dipinti a olio (un ventottesimo, raffigurante la Resurrezione, Botero l’ha tenuto per sé) e trentaquattro opere su carta, fanno parte di una mostra itinerante che ha già toccato New York, Medellín, Lisbona, Panama, Palermo e che dallo scorso 13 febbraio è approdata al Palazzo delle Esposizioni di Roma in coincidenza con l’Anno Santo della Misericordia.

I lavori della serie “Via Crucis, La Passione di Cristo”, sono stati donati dall’artista al Museo Antioquia di Medellín, dove Botero è nato poverissimo il 19 aprile 1932, in occasione dei festeggiamenti per il suo ottantesimo compleanno nel 2012, durante la settimana di Pasqua, affrontano uno dei grandi temi dell’iconografia sacra fin dal Rinascimento. Un tema che in seguito cominciò a essere via via meno frequente e che al tempo della Rivoluzione francese era in pratica scomparso. «Una bellissima tradizione iconografica in cui gli artisti mescolavano realtà quotidiana e storia. Mi sono preso la stessa libertà mescolare certe realtà latinoamericane col tema biblico» precisa Botero che vive buona parte dell’anno a Pietrasanta, in Toscana e che confessa di essere credente «ma non praticante».

L’artista è celebre in tutto il mondo per il suo tratto distintivo che l’ha sempre portato a dipingere figure opulente, oversize come avviene anche in queste opere. Dopo la serie di Abu Ghraib, dove nel 2005 l’artista aveva denunciato, dipingendo, gli orrori del carcere e della tortura, ecco un’ulteriore riflessione sul dramma e sulla sofferenza umana. Sì, perche qui, in questo “cammino della croce” pagano e sociale, dal momento in cui Gesù viene condannato alla crocifissione fino alla sua sepoltura, il dramma è evidente, anzi è a tinte forti e il confine tra Passione di Cristo e com-passione di chi osserva è sottilissimo. Mai come in questo ciclo di opere, momento particolare del percorso artistico di Botero, che rappresentano l’ascesa al Calvario di Cristo, il divino arriva alla vita terrena, quotidiana. Cristo laico, umano, sconfitto, dolente, che sembra incarnare il dolore del mondo.

Come non restare colpiti dall’olio su tela “Il bacio di Giuda” (“El beso de Juda”- 2010), nel quale un Giuda dall’espressione ambigua bacia su una guancia Gesù Cristo sapendo già che sta per tradirlo. Dietro di loro i centurioni romani sono pronti a portare Cristo sulla collina sopra Gerusalemme per crocifiggerlo, mentre da un lato Botero ritrae se stesso che assiste al tradimento. Permeato di “realismo magico” è invece “Gesù incontra sua madre” (“Jesùs encuentra a su Madre” – 2011), chi osserva l’olio su tela di grandi dimensioni sente su di sé il dolore di lei e la consapevolezza di lui. L’inevitabile sta per compiersi. Colori violenti, vividi, reali che sembrano uscire da ciascuna, singola tela. L’emozione è tutta per “Crocifissione” (“Crucifixion” – 2011) dove Botero raffigura un Cristo monumentale e verdastro, inchiodato alla croce in pieno Central Park a New York, così almeno sembrerebbe dallo skyline sullo sfondo. L’enormità del corpo di Cristo non è tanto determinata dai volumi, ma dal confronto con i minuscoli passanti che passeggiano tranquillamente per i sentieri del parco continuando nelle loro attività quotidiane.

«Ho realizzato questa serie perché descrive un momento fondamentale della vita di Gesù. Non ci sono elementi satirici in questo lavoro che è pervaso di grande rispetto», precisa Botero, il cui lavoro, fin dalle prime produzioni è un’interpretazione mai imitativa, di alcuni dei protagonisti dell’arte occidentale tra i quali, solo per citarne alcuni, Paolo Uccello, Peter Paul Rubens, Diego Velázquez, Paul Cézanne e Pablo Picasso.

«Mi piace moltissimo la Chiesa di Papa Francesco, la sua attenzione per i poveri, una questione importante che era stata messa da parte da tanto tempo e che invece il Papa ha voluto porre come uno dei temi centrali del suo pontificato», ha precisato Botero durante la sua visita nel giugno 2015 alla mostra allestita al Palazzo Reale di Palermo.

Tempo di Quaresima e tempo di riflessione suggerita da questa originale “Via Crucis”, dove la Passione di Cristo da sofferenza individuale diventa universale.

Botero. Via Crucis. La passione di Cristo

Roma 13 febbraio – 1 maggio 2016

Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale 194

00184 Roma

Orari: domenica, martedì, mercoledì e giovedì dalle 10 alle 20; venerdì e sabato 10-22.30;

chiuso lunedì. Info e prenotazioni: tel. 06.39967500.

Biglietto ingresso: 10 euro intero, ridotto 8 euro.

www.palazzoesposizioni.it

Catalogo: Silvana Editoriale