La “Passione” del vangelo di Luca: i particolari tragici e bellissimi

Quest’anno il racconto della Passione è quello dell’evangelista Luca. Come si sa, i tre evangelisti cosiddetti “sinottici”, e cioè Matteo, Marco e Luca, hanno molto in comune. Ed è per questo che si chiamano “sinottici”. Ma hanno anche molte parti diverse, proprie a ciascuno e che gli altri non hanno. Sono questi passaggi esclusivi che contribuiscono a dare l’idea del modo di vedere, del punto di vista che ogni evangelista ha nel parlare di Gesù. Questo vale anche per il racconto della Passione. Luca ha alcuni “particolari” che Matteo e Marco non hanno.

IL GESTSEMIANI: L’ANGELO E IL SUDORE DI SANGUE

Quando racconta l’”agonia”, la lotta nel giardino del Getsemani, Luca scrive:

Si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo. Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra.

I particolari esclusivi di Luca sono l’angelo e il sangue che gocciola per terra. L’agonia del Getsemani è il tratto più “moderno” della Passione del Signore. È la morte prima della morte, la paura e l’angoscia. Luca sembra volerla attenuare dicendo che appare un angelo per confortarlo. L’angelo per il credente biblico è il segno della presenza di Dio. Dio fa compagnia al Figlio mentre agonizza. “Non esiste abisso profondo dove non possa arrivare un angelo”, è stato detto. Ma, nello stesso tempo, Luca sembra accentuare il dramma con quel sudore di sangue. Il sangue nella bibbia è la vita. La vita gli scorre via dai pori della pelle. La compagnia dell’angelo e la vita che se ne va…

PIETRO PERFORATO DALLO SGUARDO DI GESÙ

Un altro particolare riguarda il momento in cui Pietro, stressato da gente della casa del Sommo sacerdote, si impaurisce e nega di conoscere Gesù. È la scena del “rinnegamento”.

In quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: ‘Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte’. E, uscito fuori, pianse amaramente.

Tutti gli evangelisti parlano del rinnegamento e del gallo. Ma solo Luca parla dello sguardo di Gesù. Pietro si sente perforato da quello sguardo che gli ricorda quello che Gesù gli aveva detto e gli rivolta l’anima. Lui che aveva visto così a lungo Gesù, si sente visto da lui, scoperto e scovato proprio nel momento in cui dice di non conoscerlo neppure. E per questo, soprattutto per questo, piange.

GIARDINO DELLA FINE, GIARDINO DELL’INIZIO

Un altro momento “lucano” della Passione è il personaggio del “buon ladrone”. Tutti gli evangelisti dicono che Gesù viene crocifisso insieme con due condannati a morte. Ma solo Luca riferisce del dialogo che avviene mentre i tre stanno agonizzando.

Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!”. L’altro invece lo rimproverava dicendo: “Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male”. E disse: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. Gli rispose: “In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso”.

La differenza tra il “cattivo ladrone” e il “buon ladrone” è che il primo sfida Gesù, il secondo si affida. E siccome si affida, il buon ladrone non chiede praticamente nulla. Chiede soltanto di essere ricordato. Ma siccome ha intuito – chissà come e chissà perché – chi è quel compagno di sventura, quel semplice ricordo gli basta. E infatti si sente promesso, per quello stesso giorno, il “paradiso”. Il termine “paradiso” è parola di origine persiana che significa “giardino”. La morte tremenda diventa, grazie precisamente a quel compagno di sventura, l’inattesa entrata in un giardino.

Nel racconto della morte c’è già misteriosamente alluso il “dopo”, il giardino della vita nel quale il ladro moribondo e l’altro crocifisso stanno per entrare.