La Giornata Mondiale della Gioventù 2016 si svolgerà dal 26 al 31 luglio a Cracovia, bellissima città della Polonia carica di storia e spiritualità, e come annunciato da Papa Francesco a Rio de Janeiro, avrà come motto: “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia” (Mt 5,7). Don Michele Falabretti, bergamasco, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della CEI, racconta la lunga e laboriosa preparazione che si sta svolgendo dietro all’evento che avrà luogo nella terra di San Giovanni Paolo II. «In questo grande evento che vedrà l’arrivo di Papa Francesco il 28 luglio, sono coinvolte 226 Diocesi, arriveranno a Cracovia 133 vescovi mentre circa 80mila ragazzi italiani giungeranno in Polonia. Noi come ufficio abbiamo insistito sul fatto che la GMG smetta di essere un episodio, una puntata di qualcosa che si apre e si chiude, ma che cominci a essere un vero e proprio cammino, un tempo di preparazione, dove si vive un’esperienza, poi si ritorna a casa e si riprende in mano ciò che si è vissuto. Per fare questo abbiamo preparato sussidi, abbiamo offerto sostegno a dei progetti pastorali e abbiamo chiesto alle Diocesi di fare alcune cose. Adesso siamo nella fase della preparazione più immediata, questi sono i giorni, dove è più importante la questione logistica. Stiamo sostenendo le realtà, i gruppi nel loro formarsi e prepararsi ad andare. Siamo in una fase operativa concreta e stiamo aiutando a risolvere i problemi» spiega Don Michele, 48 anni il prossimo luglio, nato a Bergamo in Borgo Santa Caterina, a Roma dal 2012 dopo molti anni di servizio alla Chiesa e ai giovani bergamaschi, in particolare con l’impegno negli oratori.
Don Michele, sarà questa una GMG all’insegna della Misericordia. Ce ne vuole parlare?
«La Misericordia è il grande contesto in cui avviene questa GMG, perché siamo nell’Anno Santo della Misericordia, anche se il tema richiamava già la Misericordia prima ancora che il Santo Padre indicesse il Giubileo. Tutto ciò è legato alla spiritualità di Cracovia, quindi naturalmente la parola Misericordia è nel cuore di ciascuno di noi. Dire che la GMG 2016 è all’insegna della Misericordia vuole anche dire che strada facendo troviamo dei modi per esercitarla, non solo per parlarne. La Misericordia è proprio una di quelle cose di cui serve poco parlare, si deve metterla in pratica. Quindi mi auguro che la GMG 2016 sia all’insegna della Misericordia ma di una Misericordia che si traduca in stili di vita».
Casa Italia è la casa per i pellegrini italiani. Ce ne vuole parlare?
«Casa Italia è nata a Roma per la GMG del 2000 come base logistica, un sostegno nei confronti degli incaricati diocesani ed era la Casa di Preghiera “Domus Mariae” dell’Azione Cattolica, una sorta di ufficio servizi. Da allora in avanti c’è sempre stata. Tre anni fa ci fu il primo esperimento a Rio de Janeiro, ma eravamo in pochi. Questo a Cracovia con un gruppo di italiani consistente è il primo test vero, dove Casa Italia si trasforma in una casa degli italiani con le porte aperte, i ragazzi che entrano e la abitano. Infatti, per la GMG 2016 vorremmo che Casa Italia fosse un’altra cosa, cioè una casa per tutti. Sicuramente conterrà degli uffici per gli incaricati diocesani che devono risolvere problemi concreti, però sarà anche un grande cortile con un grande parco, dove i giovani potranno sostare. Qui i ragazzi troveranno la linea “wi-fi”, in questo modo potranno comunicare gratuitamente con i loro cari in Italia. Ci saranno anche i vescovi che passeranno, sarà una tappa di sosta per i giovani disabili, con un presidio medico per ogni necessità. Per quanto riguarda i media italiani, avremo uno studio televisivo per interviste e collegamenti, uno radiofonico per trasmissioni, stanze attrezzate per i media cattolici (Tv Sat2000 lì avrà la sua base) e per tutti gli altri, ci sarà ovviamente anche la Rai. Inoltre già da alcuni mesi stiamo facendo dei laboratori con i ragazzi di quattro carceri minorili del nostro Paese: il Ferrante Aporti di Torino, il Beccaria di Milano, Nisida a Napoli e un Istituto minorile di Catania. Ci collegheremo con loro da Cracovia, in modo che questi ragazzi possano interagire con quelli che si trovano in Polonia».
In che cosa consiste il “kit degli italiani” novelli pellegrini modello Terzo Millennio?
«Il “kit degli italiani” consiste in dieci oggetti. C’è la Croce che riporta il volto del Crocifisso di San Damiano, la cui copia (l’originale è nella Basilica di Santa Chiara ad Assisi) è uno dei due doni che l’Italia offrirà alla Diocesi di Cracovia e a tutta la Chiesa Polacca. La maglietta è stata disegnata da Andrea Mastrovito. L’artista ha pensato a sette disegni per sette diverse magliette, che rappresentassero le sette opere di misericordia pastorale. Ogni opera, infatti, produce un’ombra che corrisponde a una o più lettere che alla fine potranno servire a comporre la parola “misericordia”. La maglietta quindi sarà anche un gioco. Il diario del pellegrino è un piccolo libro il “Cristo dei papaveri” di Christian Bobin. È un testo molto particolare: fatto da centodieci capitoli, ognuno di poche righe, che lasciano uno spazio bianco per ogni pagina. Spazio libero per la meditazione personale sulla figura di Gesù. Il gancio di cartone, come quello che si usa negli hotel, è stato il gadget che è tornato lungo l’anno per “agganciare” i giovani, coinvolgerli. Il primo era un invito a pensare di venire a Cracovia; il secondo una cartolina/preghiera per la Domenica delle Palme. Il terzo gancio sarà distribuito a tutti e avrà dei tagli predisposti che permetteranno di strappare dei piccoli pezzi da trasformare in un “biglietto da visita” su cui scrivere i propri recapiti (numero di telefono, indirizzo mail, social…). Nel kit non mancheranno la radio, un telo blu, la bandiera italiana, una lampada per la notte, il cappello. Una valigetta, che potrà diventare una libreria, conterrà il tutto».
I giovani dell’Accademia della Grafica del centro di formazione professionale AFP Patronato San Vincenzo di Bergamo, che stanno curando l’allestimento di “Casa Italia”, hanno avuto una divertente idea dal titolo “Becchiamoci alla GMG”. Di cosa si tratta?
«Si tratta di un’installazione artistica nel cuore di Casa Italia, dove c’è un grande muro che la sera sarà colorato da una proiezione fatta di immagini di ragazzi provenienti da ogni parte del mondo. Il muro di Casa Italia si dipingerà dunque dei volti dei ragazzi del Pianeta che hanno inviato queste fotografie».
Quanto è importante l’aspetto “social” della GMG 2016, nella quale i giovani potranno fare discernimento su se stessi, divertirsi insieme e anche riflettere sulla propria vita?
«Diciamo che noi abbiamo puntato molto nella comunicazione ai social. C’è stato uno scambio in atto attraverso i social più importanti tra i quali Facebook. L’aspetto social serve a fare rete, a fare un minimo di scambio. Puntiamo sulla voglia di raccontare dei giovani. Però, sono del parere che l’accompagnamento di cui i ragazzi hanno più bisogno sia più personale».
È vero che la GMG entra nei monasteri di clausura femminili di tutta Italia? Come avviene?
«Per un anno i due simboli italiani che saranno lasciati in Polonia, la Madonna di Loreto (copia fedele dell’originale conservata presso il Santuario della Santa Casa di Loreto) e la Croce di San Damiano, hanno fatto il giro delle Diocesi italiane fermandosi in tanti luoghi, nelle carceri, negli ospedali e anche nei monasteri di clausura. Il Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile ha inviato in oltre 500 monasteri un cero con il logo della GMG. I ceri sono stati consegnati dagli incaricati diocesani, insieme a una lettera: l’invito alle Madri superiori e alle consorelle è di pregare insieme, accompagnando i giovani che a Cracovia vivranno giorni di particolare grazia».