Qui Monterosso: la new generation dei falegnami cresce all’oratorio

Forse fare un passo indietro in questo momento di crisi generale, di confusione e di smarrimento di alcuni valori cardine, soprattutto per i più giovani, è l’azione più efficace da compiere. Sembra insomma necessario ritrovare certi luoghi e modi di stare insieme, di tessere relazioni interpersonali tanto tradizionali e semplici quanto solide e nobili. A cominciare dall’insegnare ai ragazzi un mestiere.
La dimostrazione di tutto questo arriva da Monterosso, dove l’oratorio è tornato ad essere un luogo centrale in cui stare insieme e un punto di riferimento per i giovani. Ed è diventato anche, per alcuni, il «luogo» da cui ripartire, sporcandosi le mani in gruppo, ingegnandosi a costruire macchine e strumenti. Non è solo il lavoro in sé, rappresenta anche un modo diverso di stare insieme, tra ragazzi ma anche tra ragazzi e adulti il cui ruolo, soprattutto tra le mura di un oratorio, deve tornare anch’esso ad essere solido, ma soprattutto rispettato. Da queste parti succede così.
Una persona adulta, Emilio Maifredi di 49 anni , ha pensato bene di dar vita ad un laboratorio di falegnameria proprio all’interno dell’oratorio del quartiere periferico dove i falegnami, mestiere purtroppo in via di estinzione, sono ragazzi giovani, adolescenti che riscoprono la manualità. Ogni giovedì si ritrovano per martellare chiodi e sistemare viti nell’anima del legno, per pensare a come agire, per fantasticare sognando di costruire quella macchina o quell’oggetto e per poi raccogliere i frutti di tanti ragionamenti vedendo il lavoro finito. Ricevono molti complimenti e alcuni stanno iniziando a chiedere mobili e arredi per la casa fatti da loro. Ma ottengono anche veri e propri premi: è arrivato, per esempio, per il secondo anno consecutivo il “Premio Originalità” al Soap Box Rally delle Mura, per aver proposto una macchinina allestita come se fosse un giardino verticale. Il tutto dopo tanto sforzo, sacrificio ed applicazione, caratteristiche di cui è bello tornare ad impossessarsi.
La ricetta di questo laboratorio è molto gustosa e ci aiuta a riflettere a fondo su certi temi e certe dinamiche del mondo di oggi. Ecco che dal laboratorio arriva un altro spunto. Emilio Maifredi non ha solo cercato di far riscoprire abitudini e luoghi antichi, ma ha applicato a questo progetto un modo di pensare estremamente moderno da cui abbiamo la conferma che i “mix” sono spesso vincenti. L’ideatore del progetto infatti ha pensato di costruire tutto questo per prevenire la possibilità che i giovani prendano strade sbagliate e si perdano, gettando al vento la propria vita. Abituato a curare i giovani nelle comunità di recupero da dipendenze, si è poi preso un momento di riflessione pensando che fosse meglio prevenire che curare. La cura, l’aggiustare qualcosa di rotto come modo di pensare antico, superato che si è compreso come – in tutti i settori, la sanità prima di tutto – contro la prevenzione che invece è il nuovo modo di pensare, anche nell’educazione dei giovani. La new generation di falegnami di Monterosso insegna.

Foto © di Gianvittorio Frau. Riproduzione riservata