Roma, la Raggi, i M5S: da accusatori a accusati

A Roma iM5S sono sulla graticola. La assessora Paola Muraro, molto addentro al mondo dello smaltimento rifiuti, sembra esibire qualche punto debole, qualche possibile conflitto di interessi nel suo nuovo ruolo di punta della Amministrazione capitolina. Da una dozzina di anni era consulente della Ama, l’azienda di smaltimento rifiuti di Roma, si è presa oltre un milione di euro in consulenze. Ora è diventata assessora e quindi dovrebbe controllare la trasparenza oltre che l’efficienza dell’azienda di cui è stata collaboratrice e da cui ha preso sostanziosi compensi. Teoricamente tutto potrebbe essere lecito. Ma teoricamente tutto potrebbe essere coperto da sospetti. Non sarebbe stato meglio scegliere qualcuno che non aveva così profondi e così consolidati interessi in un’azienda che adesso è chiamata a controllare?
Così, attorno al caso, si assiste a un divertente gioco di rimandi. Le opposizioni e il PD in particolare si sono messi a fare i M5S e il M5S si sono messi a fare i PD. Nel senso che il PD si è messo ad accusare. Nono solo, ma con le accuse insistenti e ripetute sta facendo passare come ovvio che il sospetto è una mezza certezza e che la mezza certezza diventerà, a breve, una certezza intera. I M5S hanno sempre usato questo metodo che ha fatto la loro fortuna. Invece i Cinque Stelle stanno trincerandosi dietro una difesa formale della collega di partito. Come tutte le maggioranze che si rispettano, come il PD quando è maggioranza. Con l’aggiunta di qualche arroganza in più: “Attacchi da chi si stava magnando tutto”, ha tuonato di Maio. Questo, però, non dovrebbe giustificare che si continui a magnare.
Resta solo una certezza, questa irrefutabile: i Romani devono assistere alle beghe e, intanto, i rifiuti, in questo caldo inizio di agosto, puzzano.

Nota finale. La Raggi ha letto le “linee programmatiche” della sua Amministrazione con una sciatteria incredibile. Sembrava fosse scocciata di doverli leggere. Non solo ma ha copiato tali quali interi passaggi di un documento pubblicato sul Web dai Verdi. “Una telefonata poteva almeno farcela”, hanno lamentato i Verdi. L’una e l’altra cosa sono questione di stile. Che non dovrebbe costare molto, anche per i M5S.