Dai Musei Vaticani a Bergamo. Sandro Barbagallo agli studenti: «Per lavorare nel mondo dell’arte ci vogliono studio, passione e umiltà»

«La storia dell’arte non è solo storia di opere, ma anche di uomini …» così diceva Papa Giovanni Paolo II nella lettera indirizzata agli artisti. Oggi, martedì 8 novembre i liceali e gli studenti del corso post- diploma di Tecnico del Restauro della Scuola d’Arte Applicata Andrea Fantoni, in via Angelo Maj a Bergamo hanno avuto l’occasione di incontrare Sandro Barbagallo, responsabile delle Collezioni storiche dei Musei Vaticani.

Il professor Barbagallo, dopo i ringraziamenti di rito e dopo aver raccontato alcune delle sue esperienze artistiche come curatore di mostre e musei e scrittore per riviste d’arte ed ora attualmente per l’Osservatore Romano e il conseguimento di due lauree in storia dell’arte nel ’98 e nel 2002, ha mostrato e raccontato attraverso un filmato e numerose diapositive le opere d’arte che sono contenute nei Musei Vaticani a Roma.

I Musei Vaticani sono tra i musei più importanti e visitati al mondo tanto da raggiungere al giorno quasi 27 mila visitatori  e possono vantare ancora oggi una delle raccolte d’arte più grandi del mondo grazie all’accumulo secolare di opere d’arte da parte dei Papi.

«Il filo conduttore dei Musei Vaticani è il rispetto dell’integrità dell’opera d’arte che si sta guardando, indipendentemente dal fatto che abbia elementi o meno del paganesimo o del cristianesimo. Queste opere rappresentano le fondamenta terrene della nostra storia, per cui la “nudità” che si può notare in statue o in dipinti non è mai stata frutto di scandalo per gli ecclesiastici» afferma Barbagallo.

I Musei Vaticani sono stati fondati da Papa Giulio II nel XVI secolo con l’obiettivo di aprirli a un pubblico numeroso capace di ammirare le opere d’arte presenti di varia epoca: dall’arte antica, medievale, rinascimentale e moderna; oggigiorno, tutte queste opere d’arte sono conservate e mantenute dagli eccellenti restauratori presenti nei laboratori di restauro dei Musei Vaticani.

Numerose sono le stanze e le gallerie dei Palazzi e dei Musei interni ai Musei Vaticani, tra i più importanti c’è la «Galleria Chiaromonti» in cui sono presenti busti e statue di personaggi romani. Il professor Barbagallo cita «la statua in cui è scolpita la Dea Iside che allatta Arpocrate, a cui il Cristianesimo si è ispirato per l’iconografia della Madonna col Bambino».

Tra le altre statue pagane presenti nei Musei Vaticani, Barbagallo analizza con i ragazzi la scultura «Laocoonte» in cui il protagonista omonimo viene ucciso insieme ai suoi figli dai serpenti, «Apollo del Belvedere» che rappresentava l’ideale di bellezza maschile e il «Torso del Belvedere» una statua priva di testa, arti inferiori e superiori ma con una muscolatura evidente e realistica; come spiega Barbagallo «tutte queste tre statue sono state strumenti d’ispirazione per il pittore Michelangelo Buonarroti per dipingere il Cristo giudice nel quadro “Il Giudizio Universale” che si trova nella Cappella Sistina».

Racconta ancora Barbagallo «durante la visita ai Musei Vaticani spesso i visitatori ammirano e fotografano una particolare lapide: la lapide di Leonardo da Vinci». Quest’ultimo aveva soggiornato per tre anni nei Musei Vaticani fino al 1516. «Leonardo, -aggiunge il professor Barbagallo – aveva disegnato le piantine del porto di Civitavecchia e alcuni prototipi di strumenti per bonificare le Paludi Pontide ma i suoi dipinti a parte San Girolamo non sono presenti nei Musei Vaticani» ma, «Leonardo da Vinci aveva anticipato delle tecniche pittoriche che prima altri non avevano sperimentato: come la prospettiva ribaltata (che sarà poi utilizzata nel XX secolo dai pittori giapponesi e da Van Gogh) e la vista di una città dall’alto, rappresentata nella planimetria di Imola per Cesare Borgia già nel Cinquecento» e vicino c’è  una stanza con una statua che rappresenta un ragazzo mentre si sta asciugando dall’olio che si era messo dopo la lotta greco-romana.

Altre sale e gallerie importanti dei Musei Vaticani sono: la Sala Rotonda con altre statue di divinità e imperatori romani, la Galleria dei Candelabri (chiamata così per la presenza di due candelabri alla volta per illuminare le opere d’arte per il volere di Papa Leone XIII molto attento all’arte e agli artisti), la Galleria degli Arazzi in cui sono appesi gli arazzi di Raffaello Sanzio e quelli commissionati da Papa Urbano VIII, la Galleria Cartografica (commissionata da Papa Gregorio Boncompagni del 1540 in quanto voleva vedere l’Italia senza uscire dal Palazzo Papale) composta da cartografie delle regioni che si affacciano sull’Adriatico e sul Mar Tirreno e le Stanze di Raffaello in cui il giovane pittore omaggia l’antichità e i grandi pensatori greci nel quadro «La scuola di Atene» e il quadro sull’arresto e poi scarcerazione dell’apostolo Pietro in cui Raffaello sperimenta l’uso della calce per dipingere il primo chiaro di luna nella storia.

A conclusione dell’incontro mattutino con gli studenti, il Professor Barbagallo ha ribadito continuamente agli studenti l’importanza di apprendere, studiare, lavorare con umiltà e continuare ad avere la curiosità di sapere delle varie opere d’arte cercando di «colmare col tempo alcuni buchi della storia dell’arte».

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