È Natale. Ancora e nonostante

Foto: un’immagine del recente attentato di Berlino

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città (Vedi Vangelo di Luca, 2, 1-14).

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Uno strano racconto

Vale la pena ricordare alcuni “tratti narrativi” del Natale. Un bambino sconosciuto, di genitori sconosciuti, nasce in un angolo dell’impero romano. Nasce fuori casa perché incrocia un evento – il censimento – comandato dai lontani padroni politici del paese. Nasce in una stalla, “perché per loro non c’era posto nell’alloggio”. Forse i due giovani sposi sono ospiti di parenti a Betlemme. La casa è una stanza con la stalla nell’angolo, oppure una casa addossata una grotta che fa da stalla. L’alloggio è la parte dove la famiglia vive abitualmente. Lì, dove c’è gente, dove ci soni i bambini, non è il luogo adatto per il parto. Il parto avviene nella stalla e il neonato viene collocato nella mangiatoia. Così nasce il figlio di Dio.

Personaggi marginali

Ci sono alcune caratteristiche particolari di questo evento. Giuseppe discende dalla casa del re Davide. Ma gli antichi splendori sono finiti, la dinastia regale è in rovina. Maria è poco più che adolescente, vive a Nazaret, un paesino di 150-200 abitanti. Il bambino nasce a Betlemme e i primi a essere coinvolti nell’evento sono i pastori, personaggi mal visti, mal considerati: non osservano le prescrizioni legali, spesso rubano. Che strana compagnia, questo Dio Bambino! Solo che nello stile del Natale è già contenuto lo stile che sarà di tutta la vicenda evangelica. Gesù è circondato da “pubblicani e peccatori”. Quando muore, muore in compagni di due delinquenti. Dio, a Natale, come in croce, comincia sempre “dal basso”.

Il Natale e le “periferie” di oggi

Il Natale non è una favola. La sorpresa di Betlemme è che Dio nasce dove nessuno se lo aspetterebbe. Anche oggi, dunque, lo sguardo del credente si rivolge là dove le speranze sembrano morire: da Aleppo a Berlino, si deve pensare che in qualche modo il Natale ha a che fare con le grandi sconfitte dell’uomo. Dio si fa presente proprio lì. Non solo lì, certo, ma anche da lì e soprattutto incomincia da lì.

Strano inizio dunque, il Natale. Strano per noi. Non per lui.