Francesca Gritti da San Giovanni Bianco all’Etiopia con il Cuamm. La sua storia in tv nella serie «Ciao mamma, vado in Africa»

C’è anche Francesca Gritti, trentenne di San Giovanni Bianco, tra i protagonisti di «Ciao mamma, vado in Africa», serie in cinque puntate realizzata da Nicola Berti, con la sceneggiatura di Marco Lodoli, per Medici con l’Africa Cuamm e trasmessa da Tv2000, alle 19.30, dal 14 al 18 febbraio. Un modo per raccontare il continente africano con gli occhi di giovani medici e cooperanti, attraverso le storie e i volti conosciuti durante le loro missioni.

Francesca Gritti sarà al centro della puntata del 18 febbraio. Cooperante partita da San Giovanni Bianco, oggi è responsabile amministrativa di Medici con l’Africa Cuamm in Etiopia. Un paese in cui lavora dall’ottobre del 2015, dopo oltre due anni passati sempre con il Cuamm in Sud Sudan. In 25 minuti la puntata che la vede protagonista racconta proprio la sua partenza per l’Etiopia, dal borgo in cui vive con la famiglia, e i suoi primi mesi di lavoro tra Addis Abeba e il South Omo, una delle regioni più povere ed emarginate, ma anche affascinanti dell’Etiopia.

«Ho scelto di partire per l’Africa – spiega Francesca Gritti – anche per vedere da dove vengono i migranti. In Italia l’immigrato è l’ultimo degli ultimi e mi sono detta: vorrei vedere di là come vivono, perché decidono di partire. L’Africa è bella. Dovremmo essere tutti emigranti per un po’, per capire le motivazioni degli immigrati che qui da noi arrivano così numerosi. Mi piacerebbe tornare in Italia e vedere trattare gli immigrati come qui trattano me: coinvolgendomi nella loro vita».

Francesca ha un ruolo amministrativo in Medici con l’Africa Cuamm, si occupa della contabilità dei progetti: deve controllare il rispetto dei parametri finanziari e la gestione generale dei progetti, in modo che il bilancio sia sempre in ordine. Ma fa anche molte altre cose, come seguire i permessi di lavoro per il personale espatriato, fare le assicurazioni, acquistare farmaci, importare attrezzature, conoscere e rispettare tutte le normative locali e mantenere le relazioni con i capi progetto e i medici stessi per stabilire la scaletta delle priorità e risolvere eventuali problemi.

Gestisce l’amministrazione dei progetti in South Omo, l’ultima area di intervento del Cuamm, un luogo in cui vivono popolazioni di pastori seminomadi che hanno conservato le loro tradizioni: abiti, acconciature, riti, ma anche una certa diffidenza rispetto alla medicina moderna. Con loro è necessario anche un lavoro psicologico e culturale, per riuscire a conquistarsi la loro fiducia e fargli capire l’importanza di seguire alcune regole, affidarsi ai servizi sanitari e alle tecnologie moderne. Ogni progetto è condotto quando possibile in modo sostenibile con i sistemi sanitari locali.